I carabinieri dei comandi provinciali di Lecce, Napoli e Caserta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip di Lecce Simona Panzera, su richiesta della locale Dda, tramite il pm Giuseppe Cataldi, a carico di 20 persone appartenenti ad associazione finalizzata ai furti di armi e documenti d’identità negli uffici anagrafe e di Polizia Locale, detenzione e porto abusivo di armi, ricettazione, contrabbando di sigarette e altro (16 in carcere e 4 ai domiciliari), nei comuni di Melito di Napoli, Giugliano in Campania, Napoli, Santa Maria Capua Vetere, Teverola, Frignano.
Gli arrestati: Renato Bottone, Carmine Aruli, Pietro Aruli, Giuseppe Barretta, Bernardo Russo, Antonio Criscuolo, Francesco Criscuolo, Vincenzo Famà, Dalip Croj, Abdelhadi Morouane, Pasquale Borrelli, Mohamed Belkhadri, Mustapha Faiz El, Mohamed Faiz, Larbi Ihissi, Carolina Criscuolo, Rosaria Altieri, Elena Polikarpova.
Le indagini prendono spunto dal furto di documenti d’identità e armi perpetrato a Gallipoli la scorsa estate in danno di quel Comune. Il reato viene consumato il 31 luglio 2014 ed i malviventi impiegano anche la fiamma ossidrica per aprire l’armadio metallico dove sono custodite 12 pistole Beretta (8 modello 98 FS calibro 9×21 e 4 modello 84 FS calibro 9 corto) 150 proiettili calibro 9 corto e 50 calibro 9×21 della Polizia Locale, che rubano insieme a 1050 carte d’identità in bianco e circa 3mila euro in contanti e bolli dall’adiacente ufficio anagrafe.
Dall’esame delle registrazioni dei sistemi a circuito chiuso della zona si rileva il passaggio di tre persone, proprio nell’orario indicato, mentre accedono nel luogo del delitto. Le immagini, data anche la scarsa illuminazione della zona, sono di pessima qualità e quindi non individualizzanti. Tuttavia, il riconoscimento di una targa di una vettura utilizzata in quella circostanza portava ad escludere l’ipotesi della criminalità locale, facendo convergere le attenzioni a Melito di Napoli dove è operativo un gruppo organizzato – diretto da Francesco Criscuolo – specializzato anche in questo tipo di reato, le cui responsabilità saranno accertate anche in ordine al furto di 350 carte d’identità dall’anagrafe di Parabita (Lecce) del 25 agosto 2014, e a quello di 8 pistole e 230 carte d’identità negli uffici della Polizia Municipale di Boscotrecase (19 settembre 2014).
Nel corso delle indagini, svolte con la fondamentale collaborazione della compagnia carabinieri di Giugliano, è stato costruito un quadro probatorio, formato da una impressionante mole di elementi, costituti perlopiù da intercettazioni telefoniche, analisi dei tabulati del traffico telefonico, corroborato da precise e puntuali attività di riscontro, dalle quali viene tracciato il profilo operativo del sodalizio criminale, fondato sui seguenti capisaldi:
Gruppo delinquenziale con forti relazioni sociali date dalla parentela tra molti soggetti e comunque amicizia fondata su origini comuni (gran parte di essi è residente nello stesso centro) con sede operativa a Melito di Napoli; Esecutori materiali dei furti, organizzati in gruppo, con precisi compiti per ciascuno dei partecipanti, compreso l’esperto nell’utilizzo della fiamma ossidrica; Metodica attività di sopralluogo per selezionare l’obiettivo da depredare, al fine di individuare i punti di osservazione in cui posizionare i pali, scegliendo il momento propizio per intervenire e la tecnica più idonea; Disponibilità di mezzi, anche a noleggio, per l’esecuzione dei sopralluoghi propedeutici ai furti ed il trasporto del materiale trafugato; Estremo dinamismo dei sodali in diverse regioni dell’Italia centro-meridionale.
In questo contesto investigativo sono stati, inoltre, accertati altri reati-scopo dell’organizzazione, quali il contrabbando di sigarette, il traffico di armi, quello di documenti falsi ed altro.
Le carte d’identità rubate in bianco finiscono, nella maggior parte dei casi, nelle mani di un altro gruppo malavitoso di matrice straniera, composto da soggetti del Nord Africa, dimoranti anche in Campania, collegati ad albanesi e dediti anche al traffico di documenti falsi, alimentando il mercato dell’immigrazione clandestina.
LE ARMI – Il fatto che l’organizzazione, diretta da Francesco Criscuolo , disponga di armi provenienti da furti commessi dagli affiliati, è acclarato. Oltre al furto di Gallipoli, dove sono state rubate 12 pistole, vi è anche quello di Boscotrecase del 19 settembre 2014, laddove rubano 8 pistole, dai rispettivi comandi di polizia municipale.
Una delle pistole rubate a Gallipoli, ossia la Beretta modello 84 FS con matricola H14850Y, è stata poi trovata, il 4 settembre 2014, proprio a Napoli, nella disponibilità di Raffaele Vastarello, esponente dell’omonimo clan di matrice camorristica. Inoltre, il 2 ottobre 2014, nei sottotetti di un palazzo, sito tra il vico Francesco Franco civico 14 e largo Santo Stefano di Melito di Napoli, roccaforte dei Criscuolo, i carabinieri della compagnia di Giugliano sequestrano quattro pistole, una mitraglietta, un silenziatore e munizioni, riconducibili al clan camorristico Amato – Pagano, i cosiddetti “scissionisti” di Secondigliano-Scampia.
IL CONTRABBANDO DI TABACCHI LAVORATI ESTERI – È una delle attività preminenti dell’organizzazione, documentata dalle indagini tecniche e riscontrata anche dal sequestro del 29 settembre 2014, eseguito dal nucleo operativo dei carabinieri di Giugliano, di 2280 stecche di sigarette di varie marche, a carico di Bernardo Russo, arrestato nella circostanza ed inserito nel clan capeggiato da Francesco Criscuolo.
I FURTI – Nel corso delle attività investigative effettuate dal comando provinciale carabinieri di Lecce sono stati documentati numerosi episodi analoghi di furti di documenti, armi, denaro, munizioni, timbri ed altro. In alcuni episodi con il coordinamento sul campo delle varie forze e con la partecipazione diretta dei militari di Lecce, si è proceduto ad arrestare in flagranza i responsabili. Si segnalano, sinteticamente, i seguenti episodi:
il furto di Gallipoli (Lecce) (31 luglio 2014);
il furto di Parabita (Lecce) (25 agosto 2014) 350 carte d’identità in bianco, 180 voucher (ticket per lavori) e 1404,42 Euro in contanti;
il furto di Melito di Napoli (Napoli) presso il magazzino Mergi srl (6 settembre 2014) detersivi, per il valore di circa 7mila euro;
il furto di Boscotrecase (Napoli) (19 settembre 2014) 8 pistole, marca Beretta con relative munizioni, 229 carte d’identità in bianco, somme di denaro in contanti, proventi contravvenzionali ed altro;
il furto di Castel Volturno (Caserta) (23 settembre 2014)
In data 11 ottobre 2014 278 carte d’identità in bianco, 3487,16 euro in contanti; 1493 buoni spesa/pasto della società Edenred Italia Srl. di Milano per 451 euro; 551 buoni carburante per 20 euro cadauno per 11.020 euro, 400 buoni con la scritta “campagna di informazione ed educazione socio sanitaria;
Il tentato furto a Santa Marinella (Roma) (7.10.2014) presso Uffici Anagrafe quel Comune;
Il tentativo di furto ad Amorosi (Benevento) (9 ottobre 2014) La compagnia carabinieri di Cerreto Sannita (Benevento), tempestivamente allertata di un probabile imminente furto presso gli uffici comunali di Amorosi, predispone un servizio con la diretta partecipazione dei militari del Nucleo Investigativo di Lecce ed arresta in flagranza di reato Carmine Aruli, Pietro Aruli e Renato Bottone, dopo essere penetrati nell’anagrafe di quel Comune;
Il furto di Casalnuovo (Napoli) (17 ottobre 2014) due timbri a secco con intestazione di quel comune; 611,75 euro in contanti e 271 carte d’identità in bianco. Nell’immediatezza, su indicazioni del Nucleo Investigativo di Lecce, i carabinieri di Melito arrestano per furto Giuseppe Barretta e Rosaria Altieri, trovati in possesso di parte della refurtiva (due timbri a pressione del Comune di Casalnuovo) e degli attrezzi utilizzati per compiere l’azione criminosa come la fiamma ossidrica. I due arrestati hanno commesso il furto con la complicità di altri le cui responsabilità emergeranno in maniera netta dalle indagini;
Il furto a Boscotrecase (11 luglio 2014), viene scoperto da attività successiva di riscontro tabulati e modus operandi.
I CANALI DEL TRAFFICO INTERNAZIONALE DEI DOCUMENTI – L’organizzazione che ricetta anche documenti falsi, opera in Campania, tra le provincie di Caserta e Napoli, è ben strutturata ed i soggetti, anche se stranieri, sono ben inseriti nel contesto in cui operano.
Con il supporto del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia – S.I.RE.NE – si scopre che alcune carte d’identità rubate a Gallipoli, Parabita, Boscotrecase e Castel Volturno sono state trovate in possesso di extracomunitari fermati in Germania, Irlanda, Grecia, Belgio ed Italia. Al momento è stato accertato l’ingresso, con quei documenti, di cittadini siriani, albanesi, palestinesi, iraniani ed afghani.
Appare, quindi, accreditata l’ipotesi dell’esistenza di due canali per il traffico dei documenti: quello che conduce al continente africano, attraverso l’area del Maghreb, per l’immigrazione da quel continente; quello albanese per il traffico di esseri umani dal vicino e medio oriente.
Insieme alle carte d’identità, rubate in bianco, individuabili con il numero del poligrafico, per le quali è possibile stabilire il quantitativo con un elevato livello di approssimazione, comunque nell’ordine di alcune migliaia, è stato scoperto anche un’ingente traffico di documenti falsi, impossibili da contabilizzare.