Italicum, nessun difetto costituzionale: Mattarella firma la legge

di Stefania Arpaia

Roma – Nessun difetto sotto il profilo costituzionale per l’Italicum. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha quindi firmato la nuova legge elettorale che entrerà in vigore dal primo luglio 2016.

Un giudizio, il suo, che vale doppio anche dal punto di vista tecnico, visto che il presidente Mattarella era giudice della Corte costituzionale quando questa bocciò il Porcellum e dall’altro è l’autore della legge elettorale con la quale si è votato dal 1994 al 2001, il Mattarellum, sistema che aveva tentato di semplificare il sistema politico italiano.

I dubbi riguardavano alcuni aspetti che potevano ricordare la precedente legge elettorale, in particolare su premio di maggioranza e liste bloccate. Nel primo caso la sentenza della Consulta aveva sottolineato la necessità di una soglia per il premio di maggioranza (e la soglia nell’Italicum c’è, al 40%). Nel secondo caso denunciava la distorsione del rapporto tra elettori ed eletti, proponendo le alternative di liste più corte o liste bloccate solo per una parte, e la nuova legge elettorale sia liste corte (di 4-6 nomi) con i soli capilista bloccati. In questo senso i dubbi di legittimità costituzionale sarebbero superati.

“Una firma importante. Dedicata a tutti a quelli che ci hanno creduto, quando eravamo in pochi a farlo”, aveva scritto in il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, su Twitter, pubblicando la foto della firma da lui apposta in calce al testo della nuova legge elettorale. “Avanti su questa strada con la testa dura, dopo aver mantenuto la promessa della legge elettorale. – aggiungeva il primo ministro – Possono fare quello che credono, dirci quello che vogliono, ma non molliamo di n millimetro”. “A un certo punto basta compromessi: si decide. Sono pronto a farmi mandare a casa anche domani. E’ in corso un derby tra chi fa l’elenco delle sfighe e si crogiola nella protesta, e chi fa le cose perchè pensa che la politica sia una cosa seria e non solo sistemazione di poltrone”, concludeva.

Intanto, si discute su un eventuale referendum. Salvini ha fatto sapere che con l’Italicum la Lega vincerebbe. Toninelli, del Movimento 5 Stelle, ha annunciato l’intenzione di far ricorso alla corte costituzionale. Da Forza Italia, Carfagna commenta:  “Non abbiamo paura del giudizio degli elettori. Non abbiamo avuto la possibilità di apportare modifiche alla legge elettorale”.

Ma la posizione più clamorosa è stata quella assunta da Pippo Civati che ha abbandonato il gruppo parlamentare del Pd e ora si ipotizza una formazione con Sel.

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