Milano – I cellulari di diversi compagni di classe di Domenico Maurantonio, il 19enne precipitato dalla finestra di un hotel a Milano dove era in gita, sono stati sequestrati. Gli investigatori vogliono controllare chat e sms scambiati nella notte in cui il giovane è morto. Alcuni studenti, sentiti venerdì dagli inquirenti, avrebbero fornito “testimonianze utili”.
Il pm che segue il caso venerdì aveva chiamato i ragazzi da Padova per essere riascoltati. Le incongruenze delle versioni precedenti del racconto su cosa successe la notte tra il 9 e il 10 maggio sono state superate. Stavolta infatti le testimonianze sono state definite “utili”, anche se alcuni punti restano da approfondire.
La squadra mobile di Padova, invece, dietro richiesta della Questura di Milano, ascolterà gli studenti della 5F del liceo “Nievo” di Padova, l’altra classe che, con la 5E di Domenico Maurantonio, partecipava alla gita all’Expo. I ragazzi sono stati convocati a partire da lunedì: secondo gli investigatori, infatti, è difficile che nessuno, né della classe di Domenico né dell’altra, abbia sentito o visto nulla.
Intanto si attendono i risultati definitivi degli esami medico-legali, tossicologici e genetici affidati dal pm a tre consulenti da lui nominati. Vengono definiti ancora “incerti” e “parziali” i primissimi esiti dell’indice alcolemico e sulla presenza o meno di lassativo, emersi nei giorni scorsi.
“Pensavo che almeno gli amici parlassero”. Lo ha affermato al Corriere della Sera il padre di Domenico Maurantonio, Bruno, secondo cui “certamente non si è trattato di un incidente né di suicidio”. “Cadere da quella finestra per ‘errore’ è praticamente impossibile. Ci sono stato, ho visto l’hotel”, ha infine spiegato.