Napoli – Sono saliti su una gru nel cantiere della metropolitana di piazza municipio, a Napoli, due ex operai dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco, per protestare contro la “mancata attuazione della legge, che ci vede, – spiegano – dopo quasi 11 mesi dal licenziamento, ancora in attesa della prima udienza in tribunale per discutere del provvedimento aziendale”.
I due, che hanno anche esposto uno striscione contro Renzi, Marchionne e Salvini, sono stati licenziati nel giugno dello scorso anno, insieme ad altri tre lavoratori, dopo una protesta ritenuta offensiva dai vertici Fca. In quell’occasione gli operai simularono il suicidio di Marchionne esponendo un manichino impiccato davanti al reparto logistico di Nola nel giorno dei funerali di Maria Baratto, cassaintegrata dello stesso stabilimento suicidatasi per la mancanza di lavoro.
Sotto la gru un altro gruppo di manifestanti, appartenenti anche al comitato di lotta cassaintegrati e licenziati fiat di Pomigliano. I manifestanti hanno annunciato di aver avviato uno sciopero della fame, e che non scenderanno fino a quando non avranno garanzie sul proprio futuro occupazionale: “La nostra causa sarà avviata il prossimo 21 maggio – dicono – ma se da un lato Marchionne dice di voler reintegrare tutti, i fatti, invece, ci fanno capire che caccerà via tutti coloro che non servono più”.