Napoli – Sono accusate di estorsione e spari a scopo intimidatorio nella zona universitaria nel centro di Napoli le quattro persone sono state fermate dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli. Secondo le indagini della Dda avrebbero imposto il pizzo a commercianti e ambulanti del centro storico.
I destinatari delle misure cautelari – che in più occasioni hanno messo a repentaglio l’incolumità dei residenti e degli studenti – sono anche accusati di porto e detenzione abusivi di armi comuni e da guerra, aggravati dalla finalità mafiosa.
I fermati sono Vincenzo Martinelli, 49 anni e i due figli Rosario e Salvatore, rispettivamente 25 e 24 anni, e Mariano Porcino, 25enne. Tra gli indagati figura anche Gennaro Fittipaldi, il 24enne assassinato lunedì mattina in zona universitaria.
Tra gli episodi contestati, il raid armato del 15 aprile scorso in via Sedile di Porto, sempre in zona Universitaria, commesso ai danni di un venditore ambulante che si era rifiutato di pagare una tangente da mille euro, poi “lievitata” a 5mila.
Dalle indagini è emerso che chi si rifiutava di pagare non solo si imponeva di cessare l’attività commerciale ma addirittura di lasciare la sua abitazione ed il quartiere. “Adesso te ne devi andare di casa, il tempo è scaduto, il mese è passato”, avevano, infatti, urlato i sicari del clan recatisi sotto la casa del commerciante che non voleva subire le richiesta di pizzo.