Rc Auto, sperequazioni tra Nord e Sud: al Senato la mozione di Romano

di Redazione

Roma – Giunge in Aula a Palazzo Madama per la discussione e successiva votazione la mozione sulle sperequazioni RC Auto tra Nord e Sud Italia della quale è promotore e primo firmatario il senatore Lucio Romano (Democrazia Solidale). La Conferenza dei Capigruppo ha, infatti, fissato la data del 16-18 giugno prossimo.

La mozione intende far sì che il Governo si impegni:

1) a prendere tutte le misure affinché, a fronte dell’obbligatorietà dell’assicurazione per responsabilità civile auto, sia garantito ai cittadini sia il rispetto del principio del beneficio in base al quale la tariffa obbligatoria è commisurata al beneficio ricevuto sia del principio della capacità contributiva in quanto l’imposta, per sua natura, deve essere legata alla capacità contributiva del soggetto chiamato a pagarla, così come previsto dall’articolo 53 della Costituzione;

2) a prendere tutte le misure necessarie per riaffermare il principio di uguaglianza contributiva affinché a tutti gli automobilisti virtuosi, a prescindere dal Comune di residenza, si applichino le stesse tariffe, cancellando in questo modo quella che rappresenta una vera e propria extra-tassa per i cittadini del meridione in generale, della Campania in particolare;

3) ad attivarsi con tutte le iniziative necessarie affinché:

  1. a) le compagnie assicuratrici diano luogo ad una personalizzazione tariffaria che rispetti il principio della trasparenza e che sia legata al conducente piuttosto che al veicolo;
  2. b) siano istituite una banca dati dei sinistri unica ed un’anagrafe dei testimoni presso i tribunali;
  3. c) si applichi un inasprimento delle pene per tutti i partecipanti alle truffe assicurative con sanzioni significative anche da parte degli ordini professionali per medici, avvocati, periti;
  4. d) si prevedano sanzioni amministrative accessorie per conducenti di veicoli oggetto delle truffe assicurative”.

Nella premessa della mozione si evidenzia, tra l’altro, che:

“in Italia si è negli anni registrato sia un aumento generalizzato dei premi assicurativi RC auto sia una forbice sempre maggiore tra le tariffe applicate nell’area settentrionale e quelle applicate nell’area centro-meridionale;

a fronte dell’obbligatorietà dell’assicurazione RC auto, il mercato delle tariffe assicurative è carente di una normativa che, agendo sulla determinazione dei prezzi, garantisca omogeneità tariffaria delle polizze su tutto il territorio nazionale e sia quindi effettivamente premiale anche nei confronti degli automobilisti meridionali in classe di massimo sconto;

secondo gli studi di settore le tariffe assicurative RC auto sono aumentate del 245 per cento tra il 1994 ed il 2012 (come indicato nel comunicato Adusbef e Federconsumatori del 2 luglio 2013), e un cittadino della Campania, in particolare quello napoletano, si trova a pagare il 240 per cento in più di un cittadino di Milano o Padova, tutti in prima classe di merito e senza incidenti negli ultimi 5 anni;

nel 2013 l’indagine dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, avente l’obiettivo di accertare cause e andamento dei premi e dei costi relativi al mercato dell’assicurazione RC auto, ha accertato che i premi in Italia sono in media più elevati e crescono più velocemente rispetto a quelli dei principali Paesi europei;

le province nelle quali sono stati riscontrati gli aumenti più significativi sono localizzate nella gran parte dei casi nel Centro-Sud; tali province si caratterizzano, infatti, per una crescita dei premi superiore a quella riscontrata nel Nord Italia;

gli interventi e le proposte avanzate dall’Autorità a chiusura dell’indagine conoscitiva sono state accolte dal Governo Letta che ha inserito, nel decreto-legge n. 145 del 2013, cosiddetto destinazione Italia, un articolo teso a ridurre i costi dell’assicurazione auto (articolo 8); tale articolo è stato successivamente soppresso nella legge di conversione n. 9 del 2014 e presentato sotto forma di disegno di legge (del Ministro pro tempore dello sviluppo economico Flavio Zanonato, A.C. 2126) il quale, con la caduta del Governo, non è neppure stato incardinato nelle Commissioni competenti del Parlamento;

il disegno di legge prevedeva la riduzione dei costi dell’assicurazione auto attraverso un meccanismo di sconti premiali; il totale delle riduzioni previste era del 23 per cento;

anche Cittadinanzattiva, Adiconsum e altre associazioni di consumatori hanno condotto un’indagine dettagliata a livello regionale e provinciale sul mercato italiano della RC Auto (cofinanziata dal Consiglio nazionale consumatori utenti, CNCT, del Ministero dello sviluppo economico), ponendo in evidenza le forti differenze territoriali e registrando come la tariffa più alta sia applicata ad un guidatore adulto a Napoli (1.737 euro), la più economica ad Aosta (335 euro);

la stessa ricerca ha indicato che a livello nazionale i neopatentati pagano in media 2.828 euro all’anno, ma con forte differenze territoriali: la tariffa più alta è stata riscontrata a Salerno (9.307 euro), la tariffa più bassa è stata riscontrata ancora ad Aosta (1.149 euro);

ne deriva una doppia maggiorazione: gli italiani pagano più degli europei e gli italiani del meridione pagano più dell’italiano medio;

a fronte di queste disuguaglianze contributive l’art. 32, comma 3-quinquies , del decreto-legge n. 1 del 2012, cosiddetto decreto liberalizzazioni, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 27 del 2012, concernente la disciplina del profilo tariffario in materia di RC auto, stabilisce, fra l’altro, che per le classi di massimo sconto, a parità di condizioni soggettive ed oggettive, ciascuna delle compagnie di assicurazione deve praticare identiche offerte;

nel dettaglio prevede la possibilità di annoverare, fra le condizioni oggettive, le differenti condizioni di rischio rilevabili nelle diverse aree del territorio nazionale;

tale previsione è stata oggetto di rilevanti questioni interpretative, tali da indurre il Ministero dello sviluppo economico a pronunciarsi, su richiesta dell’Isvap, con nota del 18 aprile 2012, sancendo che “una ragionevole e legittima interpretazione della norma, dovrebbe includere nelle differenziazioni tariffarie possibili anche per le classi di massimo sconto, quelle legate alle oggettive differenze delle condizioni di rischio rilevate nei singoli territori (frequenza dei sinistri, livello dei risarcimenti, eccetera)”;

lo stesso Ministero, nell’evidenziare i problemi di legittimità comunitaria connessi ad un’eventuale interpretazione che fosse diretta a concludere che la disposizione avesse introdotto la tariffa unica nazionale nel territorio italiano, ha sottolineato come la normativa stessa implichi da un lato un maggior onere di trasparenza e di analiticità, da parte delle imprese, nell’enucleazione delle differenze tariffarie legate a fattori territoriali e, dall’altro lato, l’implementazione, ad opera delle imprese stesse, di un regime di maggior favore tariffario verso gli automobilisti più virtuosi nelle aree territoriali a rischio più elevato”.

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