Napoli – E’ partito verso la 10 da Piazza Dante un corteo contro le misure d’austerity, contro il Jobs Act, lo Sblocca Italia, il Piano Casa e la Buona Scuola. I manifestanti sono giunti anche a Piazza Municipio, per esprimere solidarietà all’operaio licenziato della Fca che da 5 giorni, ormai, è salito sulla gru dei cantieri della Metro, in segno di protesta e per chiedere certezze sul suo futuro occupazionale e di tutti quelli nella sua stessa condizione.
L’uomo, molto commosso, è sceso dalla gru per incontrare e parlare con i manifestanti. In piazza Municipio, questa mattina, avrebbe dovuto esserci anche il premier Renzi ad inaugurare la stazione della metropolitana, ma la cerimonia e tutti gli impegni in città sono stati annullati per il lutto cittadino proclamato dopo la strage di Secondigliano.
“Noi scendiamo in piazza perché – ha spiegato ieri, alla vigilia della manifestazione, la Rete Antifascista Napoletana, tra i promotori del corteo – per noi ogni giorno è un giorno di lutto. Scendiamo in piazza per ricordare i tanti morti causati dalla miseria portata dalle misure di austerity volute dall’Ue e applicate da questo e dei precedenti governi: dagli operai morti ai cantieri della metro di Napoli a Maria Baratto, suicidatasi dopo anni di cassintegrazione; dagli operai che hanno perso la vita nella fabbrica di Qualiano la scorsa settimana, alle più di mille morti bianche all’anno solo sul territorio nazionale. Scenderemo in piazza anche al loro fianco, così come lo abbiamo fatto per Davide Bifolco, vittima di stato per cui non è stato proclamato alcun lutto cittadino. Siamo anche noi immancabilmente sul filo del rasoio tutti i giorni”.
“Siamo colpiti dalla storia – continua la Rete – che si è consumata con quattro morti oggi a Secondigliano, una delle periferie vive di questa città dove da sempre creiamo momenti di socialità e di riscossa sociale contro la disperazione di cui è figlia questa tragedia e crediamo che come questo decine e decine di episodi siano accaduti in questi anni di crisi con precise responsabilità politiche”.
“Questi – concludono – sono i temi che avremmo messo in conto a chi é colpevole, indipendentemente dal premier Renzi che su queste vicende ha delle chiare responsabilità umane e sociali. Il suo è un governo – come quelli che lo hanno preceduto – che sta producendo effetti devastanti: miseria, disoccupazione, precarietà e povertà. A questi paradigmi rispondiamo con la costruzione di una vera opposizione sociale sui territori, che scendano in piazza consapevoli dei soggetti responsabili dei problemi che quotidianamente ci affliggono”.