Scuola, i docenti in piazza contro il governo

di Stefania Arpaia

Napoli – Lo sciopero generale nazionale della scuola, iniziato martedì mattina, ha interessato tutta la penisola. Da Torino a Napoli e in tutte le principali città d’Italia i docenti, affiancati dai loro studenti, hanno deciso di scendere in piazza per protestare contro il governo.

Insegnanti e personale Ata chiedono esplicitamente di apportare modifiche al provvedimento definito dal governo, in particolare la stabilizzazione di tutti gli insegnanti precari, compresi quelli con 36 mesi di servizio che non sono nelle graduatorie ad esaurimento; il rinnovo del contratto nazionale, bloccato da 7 anni, e una profonda modifica dei poteri che sarebbero assegnati al dirigente scolastico.

Lo sciopero è stato proclamato unitariamente dai principali sindacati del comparto: Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda contro la riforma varata dal governo e attualmente all’esame della commissione Cultura della Camera. La mobilitazione prevede manifestazioni organizzate in sette città: Roma, Bari, Cagliari, Catania, Milano, Palermo e Aosta.

“Renzi vattene la Buona Scuola ti crollerà in testa – #noinvalsi”, è lo striscione comparso a Palermo dove sono sfilati due cortei, uno in piazza Marina e l’altro, solo studentesco, in piazza Verdi.

“La riforma va ancora una volta a tagliare radicalmente i fondi all’istruzione e a svilire e precarizzare sia la didattica in generale che la funzione docente e il lavoro del personale che compone la scuola italiana”, ha detto Maria Occhione, studentessa del Regina Margherita e componente dell'”Assemblea studenti medi e universitari contro il Governo Renzi”.

A Milano, è stata invasa piazza della Repubblica. Presente un necrologio che annuncia la morte della scuola pubblica mentre molti manifestanti hanno indossato maschere raffiguranti il volto del premier con due orecchie da asino.

Centomila le persone presenti a Roma. “Con la riforma si trasforma la scuola in una scuola che vale solo per quelli che hanno una condizione agiata mentre il grande tema è quello di una scuola pubblica che contrasti la dispersione”, ha riferito il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, al corteo romano dei sindacati e delle associazioni degli studenti.

“Un governo che è solo riuscito a dire che non avremmo letto il ddl di riforma e che siamo degli squadristi è un governo che non ha argomento per difendere il suo provvedimento – ha aggiunto – questo non è uno sciopero politico ma uno sciopero del personale della scuola. Io penso che ci sia un’arroganza infinita, che è quella di rispondere ad una obiezione tirando dritto e in assenza di argomenti e di idee su come bisogna cambiare”.

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