Scuola: votazione finale, si della Camera. Testo passa al Senato

di Stefania Arpaia

Roma – Una giornata di tensione quella di mercoledì alla Camera nel giorno della votazione finale della nuova riforma della scuola.

Alle 13 la votazione in merito al futuro di insegnanti e alunni nonostante le continue battaglie svoltesi nei giorni scorsi in cui molti hanno manifestato il proprio dissenso nei confronti del ddl.

L’Aula della Camera ha infatti approvato il ddl con 316 si, 137 no e un astenuto, rinviando il testo al Senato. Comincia così ad avere inizio la “buona scuola” di Renzi con il consenso di Pd, Area Popolare, Scelta civica e Psi. In opposizione M5S, Forza Italia, Lega, Sel, Fdi-An e Alternativa libera.

“Al mondo della scuola dico: abbiate fiducia di essere protagonisti dell’autonomia – ha dichiarato il ministro dell’istruzione Stefania Giannini – Siamo tutti un pò stanchi ma molto felici. Credo si faccia un grande cambio culturale. Intendiamo offrire una scuola di qualità, aperta e inclusiva. Si conclude una maratona iniziata quasi un anno fa”.

In attacco la Camusso che replica: “Con nettezza diciamo che con il voto di oggi non si chiude la battaglia ma continua”.

Boschi: “Abbiamo rispettato gli impegni che avevamo preso sopratutto con i tempi perchè sappiamo che ci sono 100mila assunzioni in ballo per il prossimo anno scolastico”.

Oltre centomila precari in ruolo dal 2015 e un concorso per 60mila abilitati nel 2016 sono i principali punti del progetto di legge, mentre nella giornata di martedì è stata ritirata la contestata norma che prevedeva la possibilità di ciascun cittadino di versare il 5 per mille ai singoli istituti scolastici, pubblici o paritari. 

Accettato invece l’articolo 19 che permette di detrarre le spese sostenute per la frequenza scolastica dei figli nelle scuole paritarie dell’infanzia, primarie e di secondo grado per un tetto massimo di 400 euro all’anno a studente.

Introdotto anche lo school bonus: un credito di imposta destinato a tutti gli istituti, pubblici e paritari, per la realizzazione di nuove strutture o per la manutenzione di quelle esistenti e per “l’occupabilità degli studenti”.

Si anche alla formazione continua dei docenti, dalla carta elettronica per l’aggiornamento, pari a 500 euro annui a docente, al fondo di 200 milioni di euro, disponibile dal 2016, per premiare gli insegnanti migliori, con un’attenzione particolare ai territori soggetti a maggiore rischio educativo.

A partire dall’approvazione del disegno di legge, inoltre, non si potranno più superare i tre anni di supplenze.

Molti insegnanti si sono riuniti in piazza Montecitorio per gridare “Ritiro, ritiro”. Momenti di tensione nell’Aula dove la Boldrini ha dovuto richiamare più volte all’ordine e ha espulso Angelo Tofalo, mentre inveiva contro la presidenza.

Il deputato era stato accusato da Mauro Miccoli del Pd di essere stato protagonista di momenti di tensione davanti ai bagni tra deputati del Pd e del M5S, dopo la votazione sul ddl Scuola.

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