Spara a vicini di casa, sei feriti: arrestata ex guardia giurata

di Redazione

Afragola – A pochi giorni dalla strage di Secondigliano e nel giorno dei funerali di due delle vittime di Giulio Murolo, un altro gesto di follia nel Napoletano. Ad Afragola, in via Ciaramella, la scorsa notte, un’ex guardia giurata, Marco Castiello, 76 anni, ha ferito a colpi di fucile, in maniera lieve, sei vicini di casa, fra i quali una bimba di sei anni.

L’uomo è poi fuggito ma è stato rintracciato e bloccato da polizia e carabinieri a Campobasso, mentre si recava in Molise dove abitano due delle figlie. Castiello avrebbe sparato con un fucile da caccia sei colpi, ferendo una bimba di 6 anni, un ragazzo di 21, un giovane di 19 anni e tre donne di 26, 37 e 55 anni. Per nessuno di loro la prognosi supera i dieci giorni.

Il nipote: “E’ una brava persona” – “Mi dispiace per quello che è successo ma vi giuro che mio zio è una brava persona. Non doveva sparare. Mi scuso io per lui. Però questo è il risultato dell’esasperazione di sette anni di incomprensioni e liti condominiali”. Marco Castiello, 30 anni, ha lo stesso nome e cognome dello zio. È il figlio del fratello. Ne prende le difese senza mezzi termini: “Lui è anziano, è stato costretto per vicende personali ad abitare qui, una zona un po’ degradata ma ha sempre mal tollerato dei comportamenti irrispettosi e maleducati dei suoi condomini. Ripeto, mi dispiace, non doveva sparare ma ora, dopo che fortunatamente nessuno si è ferito gravemente, vorrei la comprensione per una persona che ha sempre rispettato la legge, anche quando lavorava. Potete chiederlo a tutti. Mio zio non è un assassino”.

Poco dopo mezzanotte l’anziano si è affacciato dal balcone e ha notato che il cancello non era stato chiuso. L’uomo aveva più volte denunciato il rischio di furti di auto in zona. Così è iniziata l’escalation che lo ha portato a imprecare e poi ad armarsi e sparare. L’uomo era esasperato – sottolinea chi lo conosce – anche per problemi familiari. Moglie ammalata, aveva sei figli. Due donne risiedono a Campobasso, dove ha cercato di fuggire ma è stato bloccato. “Il cancello lasciato aperto – spiega il nipote – è stato solo l’ultimo atto. Mio zio non sopportava che ci fosse quel baccano continuo, anche durante le ore notturne, che la spazzatura fosse buttata dovunque. Quando è venuto ad abitare qui ha subito capito che questo posto non era fatto per lui”.

Una dei feriti: “Poteva finire molto peggio” – “È successo l’inferno. Non so come ce la siamo cavata. Il nipote chiede scusa? Come si fa? Poteva finire molto peggio”. A parlare è Vincenza, uno dei vicini finiti nel mirino di Marco Castiello, l’uomo che ad Afragola ha sparato ferendo sei persone. Lei è stata colpita da alcune schegge alla testa. Ora in lacrime racconta l’accaduto e mostra i colpi dei pallettoni sul muro del ballatoio e sulla tenda. “Eravamo appena tornati dall’ospedale dove avevamo portato nostro figlio. Appena entrati con l’auto lui ha cominciato ad inveire. Il cancello aperto? Non ci ha dato nemmeno il tempo di chiuderlo. Io stavo salendo con mio figlio. L’altro mio ragazzo era con mio marito che in un primo momento ha fatto finta di niente. Poi non ho capito più nulla. Sentivo colpi dappertutto. Mi sono buttata a terra e ho cercato di riparare mio figlio mentre gridavo a mio marito di entrare dentro”. “Quanti colpi? Non lo so, non me lo ricordo. Siamo scioccati – dice – e non penso che dimenticheremo mai quanto successo. Lui ha sempre tenuto da ridire, anche per un nonnulla e quando ieri ha ricominciato non pensavo certo che arrivasse a spararci addosso”.

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