A Sant’Arpino, domenica 14 giugno, alle ore 10.30, nella suggestiva cornice di Palazzo Ducale “Sanchez de Luna”, sarà presentato in anteprima il volume “Sulle ali del tempo, i veri protagonisti della storia: gli umili”, ultima fatica editoriale della scrittrice Pasqualina Iavarone Pezzella.
All’evento, promosso dalla Pro Loco di Sant’Arpino con il patrocinio del Comune di Sant’Arpino nell’ambito della V edizione della rassegna letteraria “Sulle orme del Cantor d’Enea”, interverranno la scrittrice e critico d’arte Lucia de Cristofaro e il blogger Salvatore Legnante. La mattinata sarà introdotta dai saluti istituzionali del presidente della Pro Loco Aldo Pezzella, del sindaco facente funzioni Aldo Zullo e dell’assessore alla cultura Salvatore Brasiello.
Pasqualina Iavarone Pezzella, che vive ed opera a Sant’Arpino, ha già pubblicato diversi ed apprezzati volumi tra cui:Miracolo a Sant’Arpino (1979), L’Arte Italiana degli anni ’80 (1981), Raccolta di novelle (1982), Noi (1982), Cuori di cocci(1984), Sorella droga (1988), La mia guerra (1992, Archivio di Stato, Pieve S. Stefano), Siepe (1999), Poesie (2000), Ieri eOggi (2001), Sulle orme degli Antenati (2007), Non solo Sud (Ritratti d’Autore) (2011), Nella Memoria storica di Atella – Miti e classicismo (2013).
Con questo nuovo libro, arricchito dai disegni del giovane architetto santarpinese Antonio Soreca, la scrittrice traccia la storia sociologica di oltre un secolo della nostra Italia rivolgendo il suo più vivo interesse a quelle fasce deboli che hanno conosciuto la fame e le più grandi umiliazioni. “Nella sua narrazione – sottolinea Maria Cristina Iavarone – l’autrice tocca tutti i problemi più inquietanti del nostro tempo: il degrado ambientale, anzi lo sciagurato scempio della natura, la corruzione che dilaga in ogni campo, la criminalità sempre più spietata e arrogante, la devianza degli adolescenti per cui diventano bulletti violenti e spregiudicati anche ragazzini di buona famiglia con la “pancia piena” che fanno rapine per rompere la noia accanto ad altri che fanno la stessa cosa esasperati dalla fame”.
Dal canto suo l’autrice Pasqualina Iavarone Pezzella precisa: “Questa mia ultima opera ha il riflesso della mia fantastica infanzia trascorsa in libertà sul fiume con i figli dei contadini in una natura pittoresca pullulante di vita, cinema prezioso per il mio immaginario. I voli pindarici della fantasia, hanno traslato la mia sensibilità all’apice dell’impossibile: uno stillicidio di emozioni forti mi hanno indotto a scarabocchiare sin dall’alba dei tempi. Negli occhi conservo ancora lo stupore dei colori della mia terra natia: lo smeraldo dei monti all’orizzonte, il verde dei campi coltivati, l’argento del fiume in perenne corso alla foce, il giallo delle pratoline, il bianco dei broccoli, il rosso dei papaveri. La storia che io ho narrato racchiude il dolore dei più umili, quelli che non hanno mai avuto una difesa per i loro diritti calpestati, né hanno potuto trovare parole per esprimere il loro dolore. Attraverso il tempo cambiano tante cose, si evolvono le condizioni di vita, ma gli umili non sono riusciti mai a riscattare la loro dignità e a sfuggire alle “mazzate” dei potenti. La mia non è una demagogia e nemmeno una condanna, ma solo un punto di vista da esporre alle giovani generazioni con gli auspici che riescano a costruire il loro futuro col coraggio della propria iniziativa illuminata dal sole di giustizia sempre di più”.
La scrittrice e critico d’arte Lucia de Cristofaro dal canto suo evidenzia: “Se volessimo accostare questo romanzo ad una corrente di narrativa dell’ultimo periodo di sviluppo della nostra letteratura dovremmo accostarlo al Neorealismo che ha fuso insieme storia e vita, ha presentato vicende strazianti che facevano parte della vita quotidiana. Ma la scrittrice Iavarone è soprattutto “se stessa”, mostra una originalità inconfondibile, eccellente creatività. Non possiamo fare a meno d renderle il nostro consenso e il giusto plauso”.