Nulle tutte le multe finora emesse per aver superato i limiti di velocità, rimborsi per i cittadini che le hanno già pagate e restituzione della patente a chi l’ha persa a causa degli autovelox. È questo lo scenario che potrebbe concretizzarsi dopo una sentenza della Corte Costituzionale, che accusa la mancanza di revisione e taratura degli apparecchi. Una decisione che mette a rischio i conti dei Comuni italiani.
“Qualsiasi strumento di misura, specie se elettronico – si legge nelle motivazioni della Consulta – è soggetto a variazioni delle sue caratteristiche e quindi a variazioni dei valori misurati dovute ad invecchiamento”. Per i giudici, pertanto, senza un’adeguata manutenzione gli autovelox non sono affidabili.
La sentenza riportata da “La Stampa” mette la parola fine a un processo iniziato a Mondovì, in provincia di Cuneo, dove due cittadini avevano fatto appello al giudice di pace contro una multa per eccesso di velocità; ritenevano la sanzione illegittima e davano la colpa all’imprecisione della rilevazione. La loro determinazione non si è fermata davanti ai pareri contrari ottenuti in tutti i gradi di giudizio fino a quando, il 29 aprile, la Consulta ha ribaltato tutto.
Felici gli automobilisti, a rischio le casse dei Comuni. Nei bilanci di questi ultimi, infatti, la voce “contravvenzioni” rappresenta da anni una delle principali entrate, come dimostrano i dati: dal 2010 l’Italia, secondo contribuenti.it, ha aumentato il numero di multe del 987%. Soltanto a Milano, per fare un esempio, gli autovelox possono permettere di incassare fino a 480mila euro al giorno.
La legge, prima di questa sentenza, imponeva la taratura degli apparecchi soltanto all’acquisto. Ora la Prefettura dovrà dimostrare che i controlli sono stati periodici, altrimenti il fiume di ricorsi degli automobilisti non potrà che essere accettato.