Il suo desiderio in questo momento importante della sua vita sarebbe incontrare il presidente russo Vladmir Putin: a parlare è la cantante Conchita Wrust, vincitrice dell’Eurovision Song Contest che ha presentato, in conferenza stampa a Milano, i suoi ultimi progetti musicali ed editoriali.
L’artista, arrivata nel Bel Paese, sta promuovendo il suo ultimo lavoro “Conchita”, la cui pubblicazione è stata anticipata di qualche giorno da quella del libro ‘Io Conchita, la mia storia’, con il quale Tom Neuwirth, questo il vero nome della cantante, parla della sua infanzia e della vita privata.
L’album è composto da un totale di dodici canzoni, da ‘You are unstoppable’ fino a ‘The other side of me’, che, a detta della cantante, rispecchiano gran parte dei suoi gusti musicali.
“Ho lavorato per anni per fare la cantante – ha detto Conchita Wurst – perché il mio obiettivo è fare qualcosa che mi renda felice. Volevo anche essere famosa perché è divertente ma conduco anche una vita normale andando a fare la spesa. Senza ciglia finte e parrucca non mi riconoscereste”.
“Non sono certo Madonna – ha ancora detto lei – e non mi aspetto di vedere migliaia di persone davanti al palco. Però oggi sono quello che volevo essere e quello che conta per me è essere autentica in quello che faccio”.
“Ho cominciato a cantare grazie a Shirley Bassey e alla sua ‘Goldfinger’ – ha detto ancora la Wurst – contenuta in una compilation che aveva mia mamma. Oggi il mio sogno da cantante è quello di vincere un Grammy”.
Quelli che sono seguiti alla sua vittoria sul palco dell’esibizione a Copenaghen lo scorso anno, per Conchita sono stati dodici mesi intensi con diverse performance dal vivo, tra le quali quella al Crazy Horse è quella all’ONU alla presenza di Ban Ki-Moon, che però non hanno fatto dimenticare alla cantante le critiche che le sono arrivate addosso in occasione della sua partecipazione all’Eurosong, in particolare quelle arrivate dalla Russia, anche da esponenti governativi.
Il libro della cantante originaria di un paese della Stiria è nato, invece, qualche tempo dopo la vittoria a Copenaghen. “La prima volta che mi è stato proposto ho rifiutato – ha raccontato la Wurst – perché sono troppo giovane per un libro di memorie. Poi ho pensato ad un libro che mi raccontasse anche con delle fotografie e riassumendo la mia vita al ghost writer ho fatto anche una sorta di psicanalisi”.
“Mi piacerebbe incontrare Putin – ha spiegato la Wurst – per capire certi suoi ragionamenti. Vorrei capire e magari cercare di fargli cambiare idea”. Magari, un girono.