Ercolano (Napoli) – Per l’appalto della caserma dei carabinieri di Ercolano compaiono nel registro degli indagati il nome della deputata Pd e componente dell’Antimafia, Luisa Bossa, e dell’ex assessore alla legalità Ferdinando Pirone. le accuse sono: per i reati di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta.
La Bossa è stata sindaco di Ercolano tra il 1995 e il 2005. Le è stato notificato un avviso di prosecuzione delle indagini per altri sei mesi per le indagini sui lavori, mai conclusi, per la caserma di via IV novembre, un’opera avviata appena un anno fa dopo l’affidamento – nel 2011- – dell’appalto da 1,5 milioni di euro al Consorzio Cooperative Costruzioni con sede a Bologna. La Bossa, difesa dal legale Giovanni Siniscalchi, è a Roma e si dice “estranea”.
Lo stesso provvedimento è stato notificato a Ferdinando Pirone, leader di Sel ad Ercolano ed ex assessore alla Legalità e ai Servizi sociali, nella giunta guidata dall’ex sindaco Vincenzo Strazzullo. “Sono totalmente estraneo ai fatti- commenta Pirone – Non sono atti di mia competenza”.
I fatti per cui il sostituto procuratore della Repubblica di Napoli, Celeste Carrano, ha iscritto nel registro degli indagati i due esponenti politici riguardano l’appalto e i lavori per la realizzazione di una nuova caserma dei carabinieri nel centro di Ercolano.
Nel mirino della procura sarebbero finiti gli atti relativi all’affidamento degli appalti finanziati con fondi europei, una parte di circa 60 milioni di euro ottenuti dall’ex amministrazione comunale guidata dal sindaco Nino Daniele, nell’ambito dei progetti “Più Europa” .
Ad aprile erano stati iscritti nel registro deg indagati il sindaco, Vincenzo Strazzullo, il vicesindaco, Antonello Cozzolino, l’assessore ai Lavori pubblici, Salvatore Solaro, tutti di area Pd, i consiglieri comunali Rory Oliviero, Pasquale Romano e Raffaele Simeone.