Roma – Rischi per l’Italia Renzi non li vede. Il nostro Paese, osserva nel corso di un’intervista al Sole 24 Ore, “è già fuori dalla linea del fuoco. Abbiamo iniziato un percorso coraggioso di riforme strutturali, l’economia sta tornando alla crescita e l’ombrello della Bce ci mette al riparo: tre caratteristiche che rendono questa crisi diversa da quella di quattro anni fa”.
Il premier afferma che piuttosto “la questione greca è preoccupante perché l’Europa non ha una visione politica di lungo periodo che da tempo manca”, e vede il rischio che la crisi si estenda ad altri Paesi debitori dell’ Fmi. Ma aggiunge che “adesso che grazie all’azione intelligente di Mario Draghi finalmente abbiamo un margine d’azione per la Bce, lo spread non è più il problema drammatico di qualche anno fa. E il Qe sarà utilizzato per tutto il tempo necessario”.
E ritiene che un eventuale ‘No’ al referendum indetto per il 5 luglio rischia di portare il paese ellenico fuori dall’Euro. “Sarebbe un dramma innanzitutto per i greci, ma a questo punto devono decidere loro” dice Renzi, che però invita i leader europei a rispettare “il volere di Atene, senza impicciarsi”. “Vogliono andarsene? Decidera’ il loro popolo. Democrazia è una parola inventata ad Atene: Bruxelles la deve rispettare. Dal canto loro i greci devono avere chiare le conseguenze della loro scelta”, ha avvertito.
A proposito della prossima manovra il premier ha escluso il ricorso alle clausole di salvaguardia. “Non scatteranno” ha assicurato. “Certo, non sarà semplice”, ha aggiunto il presidente del Consiglio, “ma noi siamo quelli che le tasse le abbassano, non le alzano. Nel 2016 scommetto su un’ulteriore riduzione del carico fiscale, ma ancora e’ presto per discuterne, ne parleremo a settembre”, ha spiegato il capo del governo.
Per quanto riguarda la riforma elettorale, Renzi è netto nell’escludere ogni possibile modifica all’Italicum, uscito poco più di un mese fa dalle aule del Parlamento. “Abbiamo impiegato anni per avere una legge elettorale che garantisca governabilità e adesso che ce l’abbiamo rimettiamo tutto in discussione?” si è domandato retoricamente. “L’Italicum funziona bene perché permetterà a chi vincerà di governare cinque anni. Questo è ciò che serve all’Italia”.