Grecia, Tsipras rilancia: “Salvataggio Esm e ristrutturazione del debito”

di Redazione

Atene – Il premier greco Alexis Tsipras ha inviato una lettera con la sua controproposta a Juncker, Draghi, Hollande, Merkel e Dijsselbloem. La richiesta di Atene è di un programma di salvataggio di due anni al fondo europeo Esm, assieme a una ristrutturazione del debito. Se ne discuterà all’Eurogruppo in programma alle 19 di martedì sera.

Ma per la Germania “è troppo tardi per un prolungamento del programma”. Lo dicono fonti del governo tedesco, sottolineando che a questo punto “non sarebbe fattibile” da un punto di vista procedurale nelle poche ore di tempo a disposizione. “Per l’Italia – aggiungono le stesse fonti, parlando di un’eventuale uscita della Grecia dell’euro – non vediamo un rischio contagio”.

“Stanotte, a mezzanotte, scade il programma, io non conosco altri segnali concreti”, ha detto Angela Merkel a Berlino in conferenza stampa. “Naturalmente anche dopo mezzanotte non taglieremo fili del dialogo, o non saremmo l’Unione europea”. Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel, in una conferenza stampa a Berlino. “La porta resta aperta, ma questa è l’unica cosa che posso dire al momento”.

Martedì sera, dunque, il Fondo Monetario Internazionale si aspetta il rimborso del prestito da 1,7 miliardi ad Atene. Rimborso che il governo greco ha già detto che non intende rispettare. E a mezzanotte termina il programma di aiuti dalla Troika.

In tutta la Grecia le banche restano chiuse e dai bancomat è possibile prelevare solo 60 euro al giorno, in attesa del referendum di domenica quando i cittadini ellenici saranno chiamati ad esprimersi sull’accordo con i creditori del Paese. Referendum al quale il premier Alexis Tsipras ha invitato a votare No. Un eventuale risultato negativo potrebbe avere conseguenze anche riguardo alla permanenza di Atene nella zona euro e per scongiurare questa possibilità sarebbe arrivata da Juncker un’ultima possibilità di accordo: un alleggerimento del carico del debito in ottobre e nuove concessioni sul fronte delle integrazioni ai redditi più bassi. Poi, nel pomeriggio, la controproposta del premier greco.

Il consigliere esecutivo della Bce Benoit Coeuré, in un’intervista a Les Echos, afferma intanto che la Banca centrale europea e le autorità europee vogliono che la Grecia resti nell’area euro ma “sfortunatamente” la possibilità che ne esca non può più essere esclusa. E questo è il “risultato della scelta del governo greco a mettere fine alle discussioni con i creditori e di indire un referendum, spingendo l’Eurogruppo a non estendere il secondo programma di aiuti”, afferma Coeuré, dicendosi sicuro che se al referendum prevarrà il sì le autorità dell’area euro troveranno un modo per onorare gli impegni. Se prevarrà il no sarà difficile ristabilire un dialogo politico.

Un’ipotesi, quella di un possibile Grexit, che però viene energicamente respinta dal governo greco che, per bocca del suo ministro delle Finanze Yannis Varoufakis minaccia anche il ricorso alla Corte di giustizia europea. In un’intervista al britannico Telegraph, il ministro greco afferma che “la nostra appartenenza non è negoziabile”. “Useremo tutti i nostri diritti legali”, mette in evidenza Varoufakis, ammettendo che le banche greche hanno abbastanza liquidità per andare avanti fino al referendum, anche se il controllo dei capitali imposto rende difficile la vita alle aziende greche. Il Telegraph cita poi fonti grehce secondo le quali Atene starebbe considerando “di citare in giudizio la Bance Centrale Europea per aver congelato a quota 89 miliardi i fondi di liquidita’ di ermegenza per le banche elleniche respingendo la richiesta di Atene di un ulteriore incremento di 6  miliardi”.

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