Una forte deflagrazione ha colpito una moschea sciita nel quartiere al-Sawabir di Kuwait City, capitale del Kuwait. L’esplosione è stata provocata da un kamikaze e ha portato alla morte di almeno 24 persone e al ferimento di altre 50. L’attentato è stato rivendicato dal sedicente Stato Islamico.
L’esplosione arriva nel secondo venerdì di Ramadan, e ha colpito la moschea sciita di al-Imam al-Sadiq, nel centro della capitale, affollata per la preghiera del venerdì. Nelle immagini trasmesse dalle tv locali si vede il pavimento della moschea coperto da detriti e molti fedeli con gli abiti sporchi di sangue.
L’emiro del Kuwait, Sabah al-Ahmad al-Jaber al-Sabah, si accinge a visitare la moschea. La tv concorrente al-Jazeera parla di un primo bilancio di almeno tredici morti e decine di feriti.
Il governo del Kuwait si è riunito per una riunione d’emergenza. I jihadisti del sedicente Stato islamico, in un comunicato postato sui social media, hanno identificato l’attentatore con il nome di Abu Suleiman al-Muwahed e hanno definito la moschea come il ‘tempio dei negazionisti’.
Non è la prima volta che l’Is prende di mira moschee sciite nella regione del Golfo. Nelle scorse settimane, due bombe sono esplose in altrettante moschee saudite. È però la prima volta che un attentato del genere colpisce gli sciiti del Kuwait, circa un terzo della popolazione del paese.