Roma – Momenti di tensione al Campidoglio durante la seduta del Consiglio comunale della Capitale presieduta dal sindaco Ignazio Marino dove è stata votata e approvata la surroga per i consiglieri comunali arrestati per l’inchiesta Mafia Capitale.
La giornata si è aperta con la notizia dei sei arresti da parte della Guardia di Finanza per appalti truccati: tra le gare nel mirino anche quella relativa al restauro dell’aula Giulio Cesare del Campidoglio, dove si riunisce il Consiglio comunale di Roma. La gara sarebbe stata affidata a Fabrizio Amore, imprenditore coinvolto in Mafia Capitale. In manette sono finiti anche un alto dirigente in servizio alla Sovrintendenza dei beni culturali di Roma Capitale e un imprenditore, che, fa sapere la Gdf, è “risultato coinvolto anche nell’inchiesta mafia capitale”.
La protesta in piazza ha visto dapprima protagonisti i dipendenti della Multiservizi, a loro si sono aggiunti in seguito prima i movimentisti del M5S e in seguito i militanti di CasaPound.
Proprio i pentastellati si sono resi partecipi di un’azione di forte critica nei confronti dell’amministrazione Marino appostandosi prima all’ingresso del Municipio romano e riuscendo poi ad entrare nell’aula consiliare dove il consigliere grillino Enrico Stefano ha lasciato sulla statua di Giulio Cesare un cartello con la scritta “Onestà” mentre altri movimentisti hanno letto ad alta voce i brani delle intercettazioni di Mafia Capitale.
Nel frattempo fuori, nella piazza antistante il Municipio, la protesta ha visto la partecipazione di molte frange della destra tra cui una delegazione di Ncd, Fdl-An e Noi con Salvini.
A fare ordine vicino alla statua di Marco Aurelio erano presenti gli agenti della Statale in assetto antisommossa che hanno evitato diversi tafferugli tra gli attivisti del Movimento 5 Stelle e di Casapound.
Dopo le 17 il gruppo di grillini che aveva inscenato la protesta nell’aula consiliare ha abbandonato il Municipio facendo ritornare la situazione alla calma. Nel frattempo, però, il Consiglio comunale è riuscito ad approvare con una seduta lampo la surroga dei quattro consiglieri arrestati. Al posto dei due democratici, Mirko Coratti e Pierpaolo Pedetti, subentreranno Liliana Mannocchi e Cecilia Fannunza. A Massimo Caprari di Centro Democratico subentrerà Daniele Parrucci e a Giordano Tredicine di Forza Italia, invece, Alessandro Cochi.
L’INCHIESTA – Dagli accertamenti eseguiti nell’ambito dell’operazione denominata “Domus publica”, spiegano gli investigatori, “è emerso come l’imprenditore arrestato fosse più che sicuro dell’aggiudicazione della gara, avendo stipulato contratti ed effettuato pagamenti in acconto ai subappaltatori alcuni giorni prima dell’apertura delle buste contenenti le offerte. In sostanza, il ‘pactum sceleris’ ha fatto sì che fossero invitate alla procedura di gara esclusivamente società riconducibili allo stesso soggetto economico”.
IL CASO AFFITTI – La rete di conoscenze che l’imprenditore vanta all’interno degli uffici di Roma Capitale è risultata alquanto estesa e ramificata poiché lo stesso, tramite sue società, controllate da società lussemburghesi, ha concesso in locazione al comune due strutture residenziali in zona Ardeatina per la gestione delle emergenze abitative della capitale. Il comune di Roma ha pagato per diversi anni canoni di locazione particolarmente elevati, pari a circa 2.250 euro al mese, per ogni mini appartamento. Nel corso delle indagini coordinate dalla procura di Roma si è anche accertato che alcune unità immobiliari, anziché essere destinate alle emergenze abitative, così come previsto nel contratto di locazione, sono state utilizzate dall’imprenditore per fini propri.