Siracusa – La Direzione investigativa antimafia di Catania ha sequestrato beni per circa 200mila euro al boss Sebastiano Brunno, 56 anni, considerato il capo del clan Nardo di Lentini, collegato a Cosa nostra di Catania attraverso la cosca Santapaola. Inserito nella lista dei latitanti maggiormente pericolosi era stato arrestato a Malta. Il sequestro, che riguarda anche la casa di famiglia, è stato emesso dal Tribunale di Siracusa, su richiesta del procuratore di Catania, Giovanni Salvi.
Il sequestro fa seguito all’esito esito degli accertamenti delegati al Centro Operativo Dia di Catania, diretto da Renato Panvino. Nel 2005 Brunno, ritenuto a capo del clan lentinese “Nardo”, legato al gruppo Santapaola, fu condannato all’ergastolo dalla Corte di Assise di Appello di Catania per concorso nell’ omicidio aggravato di Nicolò Agnello. Nel 2009, quando la condanna divenne definitiva, si rese irreperibile, rimanendo latitante fino al 2 ottobre scorso, quando fu arrestato a nord dell’isola di Malta.
Il provvedimento di sequestro riguarda l’intero patrimonio riconducibile a Brunno, tra cui un appartamento a Carlentini (Siracusa) che risulta nella sua disponibilità nonostante risulti ancora intestato all’impresa costruttrice che lo ha realizzato.
A ricostruire una chiara riconducibilità dell’appartamento al boss anche le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia: “L’appartamento dove abita ancora oggi la famiglia Brunno (a Carlentini, in zona Balate di Zacco) – ha detto – è tuttora intestato al costruttore. Ma si tratta di un trucco finalizzato ad evitarne il sequestro da parte della magistratura; ciò mi è stato raccontato dallo stesso Brunno nel 2007-2008”.