Migranti, Alfano: “A casa chi non ha diritto”. Salvini: “Si è svegliato”

di Redazione

Roma – “Per la prima volta l’Italia ottiene un risultato che dà l’idea di un primo passo in avanti”. Parole di Angelino Alfano, ministro degli Interni, in teleconferenza dal Festival del Lavoro, a Palermo, che fanno eco a quelle di Matteo Renzi. Il premier, dall’Expo di Milano, ha detto: “L’Europa che ci piace è quella che costruisce ponti e non muri”.

Alfano, ammettendo che l’Italia non ha visto soddisfatto tutte le sue richieste, ha comunque sottolineato che “abbiamo ottenuto più di quanto si sia mai ottenuto in Europa in materia di immigrati”.

Per il titolare del Viminale, assimilato il regolamento di Dublino a un “muro che si è rivelato penalizzante per l’Italia”, i recenti accordi sull’accoglienza di 24mila migranti che verranno distribuiti in Europa, “hanno messo in crisi questo regolamento, creando 24 mila brecce nel muro di Dublino”.

Sul tema dei rimpatri, Alfano ha detto che, mentre da un lato “vanno accolti i migranti che fuggono da guerre e persecuzioni”, dall’altro bisogna “potenziare il sistema dei rimpatri di quanti non hanno diritto a restare in Italia”. “Questa – ha evidenziato – è la vera risposta e la scelta giusta che può dar conto anche all’opinione pubblica stanca di vedere sbarchi”.

Il ministro ha poi assicurato che il governo “farà tutto ciò che è possibile per impedire che gli italiani non trovino lavoro per colpa di immigrati che non hanno diritto a stare in Italia”.

“Finalmente si è svegliato”, è stato il commento di Matteo Salvini alle dichiarazioni di Alfano. “Sembrava un leghista, mentre fino a pochi giorni fa parlare di espulsioni era una roba da barbari”, ha detto il leader della Lega, anch’egli in collegamento con Palermo.

Secondo Salvini, “non bastano lezioni di bontà quando ci sono centinaia di italiani che si suicidano per la chiusura delle loro imprese e dei loro negozi. Dire agli immigrati che in Italia c’è lavoro, accoglienza, casa è una follia. Occorrono più regole, altrimenti fra trent’anni non parleremo più di Sicilia, Italia, Europa, ma ci sarà solo un grande caos”.

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