Napoli – Qualificare, migliorare ed omologare su tutto il territorio nazionale l’offerta curativa per le patologie tiroidee, utilizzando protocolli clinici uguali da Nord a Sud Italia.
È questo uno dei principali obiettivi del Club delle U.e.c., l’associazione scientifica che unisce endocrinochirurghi e chirurghi generali che si occupano con particolare impegno di patologia della tiroide, delle paratiroidi, del surrene, del pancreas, dei tumori neuroendocrini, del timo e della mammella, oltre a endocrinologi, medici nucleari, anatomopatologi, otorinolaringoiatri e tutti gli altri specialisti che per ragioni di studio o di affinità trattano questa materia.
I problemi della tiroide riguardano un italiano su dieci (stesso trend anche in Campania), in maggioranza donne con un rapporto di 3 ad 1 rispetto agli uomini. La Campania effettua circa 10mila interventi l’anno con standard qualitativi assolutamente elevati: la U.e.c., infatti, ha da tempo avviato un Programma Valutativo di Accreditamento per la chirurgia della patologia tiroidea con rigorosi parametri clinici e scientifici.
Ebbene, i dati campani sono incoraggianti, al punto da scongiurare i cosiddetti “viaggi della speranza” da Sud a Nord Italia.Buone notizie anche sul fronte degli interventi: grazie all’aiuto delle nuove tecnologie e l’ausilio della robotica, la mini-invasività è ormai prassi. Non solo, ora per il chirurgo arriva anche un grande aiuto in sala operatori, una sorta di “air-bag” capace di proteggere le corde vocali durante un intervento alla tiroide.
Durante l’operazione, infatti, nel caso in cui le corde vocali dovessero essere troppo stressate, un warning, visivo e sonoro, avvisa il medico che può, in questo modo, “alleggerire” la pressione durante l’intervento.
Il congresso, che ha visto arrivare al Castel dell’Ovo di Napoli medici da tutt’Italia, ha anche eletto nuovo presidente del Club delle U.e.c., l’oncologo napoletano Luciano Pezzullo.