Napoli – Almeno duemila container persi, pari a non meno di un milione e mezzo di euro bruciati per un indotto di circa 7mila persone. Sono i danni, calcolati dal Fai-autotrasporto regionale, arrecati finora dagli otto giorni di sciopero totalizzati nelle ultime due settimane (dal 13 al 28 luglio) dal terminal container Conateco di Napoli.
Danni ‘gravissimi’ per la filiera portuale, come scrivono spedizionieri, autotrasportatori e agenti marittimi al governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca.
Intanto, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl, senza la Cgil, hanno proclamato altre quattro giornate di sciopero di ventiquattr’ore: 3, 4, 6 e 7 agosto della settimana prossima.
“Siamo lontani da quello che la Regione Campania plaudeva la settimana scorsa come un’occasione di rilancio per il porto, quando c’è stato l’accordo sulla cassa integrazione – commenta il segretario Fai-autotrasporto regionale Ciro Russo – oggi le posizioni si sono irrigidite e non vedo una via di uscita”.
La protesta riguarda ripristino dell’accordo di secondo livello, ovvero la revoca di un taglio medio in busta paga di 250 euro per tutti i 354 dipendenti Conateco, già scattato a luglio. Nonostante l’accordo sulla cassa integrazione abbia scongiurato 101 licenziamenti, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl, che insieme rappresentano la maggior parte dei dipendenti, hanno scelto la linea dura e il grosso dei dipendenti Conateco è ora intenzionato ad andare avanti con lo sciopero finché non verrà ripristinato l’accordo di secondo livello e con esso una busta paga senza tagli.