Piedimonte Matese, non paga biglietto e aggredisce capotreno

di Redazione

E’ diventato un comportamento ormai “normale” quello di utilizzare i mezzi pubblici senza pagare il biglietto, tanto normale che se qualcuno ci ricorda l’obbligo c’è chi si contraria al punto da aggredire il capotreno.

E’ quello che è successo ieri sera 22 luglio 2015 a bordo del treno 7880 Eav (Ente Autonomo Volturno) in servizio sulla tratta alifana Napoli – Piedimonte Matese, al capotreno di anni 47, in servizio sull’ultima corsa in partenza da Napoli alle ore 18.50, quando ha cercato di ottenere il pagamento del biglietto del treno da parte del giovane 25enne da Piedimonte Matese.

Il ragazzo inizialmente ignorava gli inviti del ferroviere ed alle sue insistenze dapprima rifiutava di regolarizzare la propria posizione e successivamente iniziava un violento alterco dapprima verbale e poi fisico con il responsabile del treno. Al momento della partenza del convoglio dalla stazione ferroviaria di Alvignano ove era salito il giovane infastidito dalla pressante azione del capotreno che lo invitava a scendere dalla vettura, per tutta risposta nello scendere i primi gradini si voltava e lo aggrediva con un coltello colpendolo alle gambe, dandosi successivamente alla fuga.

L’allarme scattato nella stazione ferroviaria di Dragoni e le immediate ricerche esperite dai militari della Compagnia Carabinieri di Piedimonte Matese consentivano di rintracciare e bloccare il 25enne, che liberatosi del coltello, era salito a bordo di una vettura condotta da un conoscente cercando di rientrare a Piedimonte Matese, come se nulla fosse accaduto.

Il capotreno nel contempo veniva assistito dai sanitari del 118 e quindi trasportato presso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Piedimonte Matese ove gli erano riscontrate ferite da arma bianca sia alla gamba destra che alla caviglia sinistra, per cui veniva ricoverato in osservazione con una prognosi di almeno 15 giorni.

A carico dell’aggressore, nell’arco notturno, sono stati acquisiti gli elementi utili a definire il quadro probatorio a suo carico, per cui veniva deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

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