Puc, il M5S presenta interrogazione

di Redazione

Cesa – Il 17 luglio del 2012 è entrato in vigore il Ptcp (Piano Territoriale di coordinamento provinciale) di Caserta. Il Regolamento di Attuazione per il Governo del Territorio prevede che “…i piani regolatori generali ed i programmi di fabbricazione vigenti perdono efficacia dopo 36 mesi dall’entrata in vigore dei Piani territoriali di coordinamento provinciale (Ptcp)” e quindi entro questo termine i Comuni della Provincia di Caserta devono approvare un nuovo Puc (Piano Urbanistico Comunale – ex Prg).

A tal proposito, i consiglieri del MoVimento 5 Stelle di Cesa hanno presentato un’interrogazione al sindaco e all’assessore all’Urbanistica affinché “riferiscano in Consiglio comunale in ordine alle determinazioni che l’amministrazione comunale ha assunto o intende assumere circa la prosecuzione dell’iter per l’adozione di un nuovo Puc. Ciò per evitare il blocco non solo dell’attività edilizia ma di ogni tipo di sviluppo economico pubblico o privato”.

“Il termine – si legge nell’interrogazione – è quello del 25 luglio 2015 sperando che venga approvata la richiesta di proroga fatta dal presidente della Provincia di Caserta alla Regione Campania, perché in caso di mancata approvazione entro detto termine stabilito scattano le norme di salvaguardia previste per i comuni sprovvisti di Puc.

Tali norme di salvaguardia prevedono che all’interno del centro abitato potranno essere eseguite solo opere manutentive e di restauro. Dunque, nessuna nuova edificazione sarà permessa né opere di ristrutturazione, mentre fuori dal centro abitato si potrà costruire solo con un indice fondiario di 0.03 mc/mq. Una simile eventualità rappresenterebbe un sostanziale blocco non solo dell’attività edilizia, ma dell’intero comparto edile, con evidenti ripercussioni e ricadute negative su un settore economico già fortemente colpito dalla crisi economica nazionale.

Un nuovo Puc aprirebbe la strada ad una nuova pianificazione urbanistica. La pianificazione territoriale/urbanistica tradizionale, che inseguiva faticosamente i bisogni con interventi additivi, ha ceduto il passo alla pianificazione ambientale, parte di un processo di Piano più articolato e complesso, attento al costruito e all’interazione sistema-ambiente.

Le possibilità di intervento sull’ambiente devono derivare dalla sua trasformabilità, cioè dalla sua suscettività al cambiamento, che può essere concepita in senso evolutivo ovvero nel senso del ripristino. Nel primo caso si deve intervenire sugli equilibri alterati, così da attivare dinamiche di riequilibrio, avendo ben presente che in un sistema complesso il rapporto causa effetto non è sempre prevedibile in modo diretto.

Nel secondo caso si deve indurre il regresso delle cause dirette e indirette che hanno prodotto il degrado (restauro paesistico e ambientale) con possibilità di rivitalizzare il centro storico, prevedere forme di incentivazione economica, prevedere ipotesi di sviluppo per il commercio locale, consentirebbe di definire servizi al cittadino e standard urbanistici più puntuali. La formazione di un nuovo Puc, che prevede necessariamente una fase di studio, consentirebbe di individuare, laddove ve ne fosse bisogno, nuove cubature da realizzare per soddisfare eventuali esigenze abitative. Un nuovo strumento urbanistico dovrà tenere conto necessariamente dei vincoli dettati dal Ptcp che, per quanto riguarda il territorio cesano, individua anche scenari di sviluppo di itinerari agro-turistici, mediante la salvaguardia della “vite maritata a pioppo”.

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