Aversa – Non solo un’organizzazione non stop per lo spaccio all’ingrosso e al dettaglio di cocaina e crack, ma anche un tentativo di omicidio, con diversi colpi di pistola esplosi all’indirizzo di un cantante neomelodico non gradito al giovane boss nell’inchiesta che, dalle prime luci dell’alba di ieri, ha visto gli agenti del commissariato di Aversa, coordinati dal dirigente Paolo Iodice, dare corso ad un’operazione antidroga nei confronti di otto persone, sei uomini e due donne, ritenute responsabili di concorso continuato ed aggravato nello spaccio e nella detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina.
L’operazione rappresenta il risultato finale di una serrata attività d’indagine, coordinata dalla procura della repubblica presso il tribunale aversano di Napoli Nord, guidata dal procuratore capo Francesco Greco, nei confronti del clan camorristico soprannominato degli “scusuti”, il cui capostipite è Andrea Autiero di Gricignano. Gruppo attivo proprio nel capoluogo dell’agro e nei comuni limitrofi, che aveva organizzato diverse basi di spaccio nella città normanna con una singolare particolarità: le piazze di spaccio erano a disposizione dei consumatori per l’intero arco della giornata con turni di lavoro che andavano dalla tarda serata alle cinque del mattino sino alle tredici e, poi, ancora a tarda notte, consentendo una copertura capillare.
A finire in manette: Ermanno Bosco, 30 anni; Giuseppe Russo, 31 anni, ritenuto “erede” di Andrea Autiero, in quanto suo nipote; Gennaro Varriale, 23; Sergio Varriale, 49; Olga Emendato (unica a non avere precedenti), 21; Antonietta Zebedeo, 32; tutti di Aversa, e Giorgio Russo, 44 anni, e Manuel Verde, 23, di Trentola Ducenta.
I poliziotti hanno sequestrato nove dosi di sostanza stupefacente e millecento euro in contanti trovati, la notte scorsa, intorno alle 5, al momento dell’arresto, nelle tasche di Giorgio Russo che, secondo gli inquirenti, avevano appena finito il proprio turno di spaccio.
Al di là della organizzatissima rete di spaccio che, secondo quanto accertato dagli investigatori, fruttava mensilmente, a seconda delle opportunità, dal milione ai tre milioni, la polizia è venuta anche a capo di un misterioso ferimento di un cameriere di un noto ristorante di Teverola che, il 20 giugno scorso, dopo essersi presentato al pronto soccorso dell’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Aversa per una ferita da arma da fuoco ad un braccio, aveva dichiarato di essere stato colpito da un proiettile vagante mentre da due vetture si scambiavano colpi di pistola.
Gli uomini del dirigente Iodice, invece, hanno potuto accertare che, quella sera, Giuseppe Russo, e quello che ipotizzano sia il suo guardaspalle, Manuel Verde, sarebbero stati a cena all’interno del locale. Ad un certo punto avrebbero avuto un alterco con un cantante neomelodico che si stava esibendo. Questi avrebbe reagito utilizzando il microfono per colpire Russo, provocando la reazione di Verde che avrebbe esploso alcuni colpi di pistola di cui uno avrebbe raggiunto un cameriere ad un braccio tra un fuggi fuggi generale dovuto al timore di rimanere coinvolti. Per questa ragione i due, oltre all’accusa di spaccio, dovranno anche rispondere di tentato omicidio.
Le indagini hanno avuto inizio lo scorso mese di febbraio, quando i poliziotti si sono imbattuti in diverse persone, anche noti professionisti della zona, che avevano acquistato dosi di cocaina. Gradatamente gli agenti sono risaliti ai componenti della banda che, ogni tanto, hanno spacciato in via San Lorenzo, nei pressi delle case popolari, a poche decine di metri dal commissariato i cui agenti li avevano nel mirino, documentando quanto stava avvenendo.