Blitz antiterrorismo, coinvolta giovane italiana convertita all’Islam

di Redazione

Milano – Vasta operazione della Polizia contro il terrorismo internazionale. L’operazione, denominata “Martese”, ha portato a numerosi arresti e perquisizioni nelle province di Milano, Bergamo, Grosseto e in una città dell’Albania. Le persone coinvolte sono 4 cittadini italiani, 5 albanesi e un cittadino canadese. Sono tutti accusati a vario titolo di associazione con finalità di terrorismo e organizzazione di trasferimenti per finalità di terrorismo. Le indagini sono state condotte dalla sezione antiterrorismo della Digos di Milano.

Gli indagati farebbero parte di due famiglie, la prima formata da italiani convertiti da qualche anno all’Islam, la seconda da cittadini albanesi residenti nel grossetano. Le due famiglie si sono imparentate con il matrimonio di una giovane coppia. Lei, Maria Giulia Sergio, 27enne italiana convertita all’Islam e lui, Aldo Kobuzi, albanese. I due si trovano da mesi in Siria per combattere a fianco degli jihadisti. A quanto pare anche i familiari stavano preparando un viaggio in Medio Oriente per unirsi all’Isis.

Tra gli arrestati anche i genitori della giovane 28enne e la sorella, residenti a Inzago, nel milanese. Altri fermi per la suocera di Maria Giulia Sergio, Arta Kacabuni, 41 anni e lo zio di questi, Baki Coku, 37 anni, in questi giorni in Albania ma abitante ad Arcille di Campagnatico (Grosseto). Dovrebbe essere estradato in Italia a giorni. Arta Kacabuni è stata arrestata a Scansano (Grosseto).

“Non sono emersi elementi che possano far pensare a progetti di attentati in Italia”, ha detto in conferenza stampa il procuratore di Milano Maurizio Romanelli. “Per la prima volta in Italia, e probabilmente in Europa, si arriva a un risultato del genere nei confronti dello Stato Islamico”.

Maria Giulia Sergio, la giovane di 27 anni convertita all’Islam con il nome di ‘Fatima Az Zahra’ e al centro dell’inchiesta milanese che ha portato a 10 richieste di arresti, tra cui i genitori e la sorella della donna, su Facebook, qualche anno fa, si augurava in nome di “Allah” la “vittoria sui miscredenti”. Sul suo profilo personale del social network, infatti, la giovane, originaria di Torre del Greco (Napoli), e che ha vissuto nell’hinterland milanese e poi in Toscana prima di partire per la Siria per combattere a fianco dell’Isis, aveva inserito tutta una serie di fotografie ritraenti donne che indossano il niqab, il velo integrale.

Uno degli ultimi post della 27enne, che si è convertita all’Islam assieme a tutta la sua famiglia (padre, madre e sorella vivevano ancora ad Inzago), risale al novembre 2013. Fatima, dopo aver sposato prima un marocchino e poi un albanese (alcuni familiari di quest’ultimo sono stati arrestati) e dopo aver frequentato anche la moschea di Treviglio (Bergamo), sarebbe partita da Roma con un aereo diretto ad Istanbul. Dalla capitale turca, poi, dopo aver attraversato il confine, avrebbe raggiunto la Siria per unirsi ai fondamentalisti del sedicente ‘Stato Islamico’.

Un’altra operazione, condotta dai carabinieri del Ros di Roma, ha portato all’arresto di due cittadini originari del Maghreb, accusati di terrorismo internazionale. Un terzo indagato si trova già in carcere in Marocco per reati legati al terrorismo. Farebbero tutti parte di una cellula di matrice qaedista dedita al proselitismo, all’indottrinamento e all’addestramento attraverso un sito internet creato e gestito dagli stessi indagati. Secondo gli inquirenti “si proponevano la pianificazione ed esecuzioni di atti terroristici in Italia e in Nord Africa”.

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