Calvi Risorta (Caserta) – “Per l’ex area Pozzi di Calvi Risorta sarà fondamentale individuare i responsabili affinché paghino per ciò che hanno fatto, anche se non è sempre facile in quanto le aziende cambiano spesso denominazione e anche i soggetti che le amministrano. Ma lo Stato non può sempre intervenire specie se si tratta di aree private”.
È quanto ha dichiarato il presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, Alessandro Bratti (Pd), in conferenza stampa al Comune di Calvi Risorta dopo il sopralluogo effettuato nell’area industriale dismessa, dove il Corpo Forestale coordinato dal comandante regionale Sergio Costa ha scoperto settimane fa una delle discariche sotterranee abusive più grandi d’Europa.
La delegazione parlamentare guidata da Bratti era composta dalle deputate del Pd Giovanna Palma e Michela Rostan, da Giuseppina Castiello e Renata Polverini, deputate di Forza Italia, e dalla senatrice del Movimento Cinque Stelle Paola Nugnes.
“Per le bonifiche – ha spiegato Bratti – ci sarebbero 993 milioni di euro ma come Commissione d’inchiesta dobbiamo verificare i soldi da dove arrivano e soprattutto bisognerà vigilare sulle gare d’appalto”. Bratti ha poi affermato che “la centrale a biomasse che dovrebbe sorgere nelle vicinanze dell’area ex Pozzi sicuramente non è ciò che serve alla provincia di Caserta dove è il caso di intervenire per risanare e non per aggiungere altri problemi”.
L’impianto è stato già finanziato dal Mise con 17 milioni di euro; il progetto è curato dalla società “Iavazzi Ambiente” della famiglia Iavazzi, azionista di riferimento tra l’altro della società di basket Juvecaserta. Gli attivisti dei comitati cittadini e dei centri sociali hanno consegnato un dossier con la storia dell’area ex Pozzi ottenendo la promessa da Bratti di essere ricevuti a Roma per un’audizione. Per la deputata Michela Rostan “vedere oggi tutti questi rifiuti portati alla luce dalla Forestale non è stato positivo ma non bisogna creare allarmismi prima di avere l’esito delle analisi”.
La direttrice operativa dell’Arpac, Marilena Vito, ha poi annunciato che “entro pochi giorni arriveranno gli esiti delle prime analisi sui campioni prelevati dopo i primi giorni di scavo che saranno consegnati alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che effettua l’indagine penale sull’area ex Pozzi”.
Al momento le ruspe del Genio Militare di Caserta coordinate dalla Forestale hanno scavato nove buche nel terreno scoprendo rifiuti industriali, fanghi, scarti di altoforno, fusti con solventi e idrocarburi, e buste vuote contenenti una volta sostanze chimiche provenienti da Francia, Germania e dalla Repubblica Popolare Cinese.