Frode Iva su dvd vergini Verbatim, sequestri per 96 milioni

di Redazione

Roma – Dalla prime ore dell’alba finanzieri del comando provinciale di Roma, coordinati dal sostituto procuratore Catello Maresca della Procura di Napoli, hanno eseguito eseguendo, su tutto il territorio nazionale, il sequestro “per equivalente”, sino alla concorrenza della somma di 96 milioni e 327.534,80 euro  dei beni mobili ed immobili riconducibili a 37 soggetti, prevalentemente cittadini italiani, facenti parte di un’associazione a delinquere transnazionale dedita alla commissione di una colossale frode “carosello” all’Iva comunitaria.

L’imponente sequestro scaturisce da una pregressa attività investigativa che, partendo da un’indagine sull’ala del clan camorristico Mazzarella specializzata nella pirateria audiovisiva e risalendo la filiera, ha permesso di individuare alcune aziende italiane ed estere dedite all’introduzione nel territorio nazionale di ingentissimi quantitativi di cd e dvd vergini, destinati sia alla criminalità partenopea che alla grande distribuzione.

L’analisi delle operazioni commerciali ha messo in luce il ruolo di alcune società, solo in apparenza regolari, ma di fatto “cartiere”, riconducibili a due “facoltosi” imprenditori toscani (evasori totali). Grazie a diverse perquisizioni, agli elementi probatori emersi dalle intercettazioni telefoniche, telematiche ed ambientali, alla collaborazione fornita dal Servizio Antipirateria della Siae ed all’esame della copiosa documentazione contabile ed extracontabile sequestrata, è stato possibile accertare le condotte delittuose del radicato sodalizio criminale specializzato in maxi frodi fiscali e truffe aggravate ai danni dello Stato (Ente pubblico Siae).

Il gruppo, per realizzare l’evasione dell’Iva, si avvaleva anche di una vasta rete di intermediari costituita da persone giuridiche con sedi strategicamente dislocate in Paesi a fiscalità privilegiata (Jersey, Svizzera, Repubblica di San Marino).

L’evasione dei tributi veniva realizzata attraverso una serie di triangolazioni fittizie, secondo un ingegnoso schema tipico delle frodi carosello, che redavano il prezzo dei prodotti informatici venduti imbattibile ed estremamente concorrenziale. Il sistema di frode aveva sbaragliato tutti gli operatori onesti, assicurando agli autori della truffa un’indiscutibile posizione di monopolio.

Gli ingenti quantitativi di supporti audiovisivi “vergini”, prevalentemente a marchio Verbatim, di fatto erano destinati ad alimentare il mercato italiano evadendo imposte – Iva e Ires – quantificate in oltre 96 milioni di euro.

Il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Napoli, Ludovica Mancini, attesa la transnazionalità dei reati contestati, ha disposto il sequestro preventivo nei confronti dei 37 soggetti tra i quali i vertici pro tempore della “Verbatim Italia”, due noti imprenditori toscani, oltre a commercialisti, consulenti tributari, e diversi imprenditori.

Tra i beni sequestrati -individuati in Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Campania, Lazio, Puglia – numerosi conti correnti, quote di fondi di investimento, obbligazioni finanziarie, immobili e autoveicoli. Nel corso della prima fase delle indagini erano stati sequestrati anche 23 milioni di cd/dvd “vergini” che l’autorità giudiziaria, accogliendo la proposta del Corpo, ha donato a scuole, parrocchie ed enti pubblici.

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