Uno scenario spettacolare per uno spettacolo straordinario. Sono queste le sensazioni che vengon fuori dopo aver assistito al ritorno di Lorenzo Jovanotti allo stadio San Paolo di Napoli. Accanto a lui sul palco anche Eros Ramazzotti e James Senese per un omaggio speciale a Pino Daniele.
“Sono a Napoli è notte fonda e sono ancora emozionato di stasera. E ora non si dorme. Domani vi scrivo qualcosa in più, anche se sarà impossibile raccontare, ma ora voglio ringraziare mio “fratè” Eros ( una grandissimo artista e amico) e il favoloso James Senese, il padre del nuovo sound napoletano e musicista strepitoso. Stasera nel mezzo del mio concerto di fronte al pubblico di Napoli abbiamo celebrato Pino Daniele, che ci manca da morire, attraverso la sua musica, che è un dono per l’eternità a chi la ama e a chi l’amerà in futuro. Eravamo decine di migliaia ma sembrava di essere a casa. Vabbuò, domani vi metto qualche foto e qualcos’altro se vi va. Emozioni forti”, scrive Jovanotti subito dopo aver lasciato il palcoscenico.
Quella di Napoli non è stata una semplice data del tour, ma un vero e proprio omaggio alla musica, senza distinzione di luogo e di voce, di note e parole. Oltre 35mila spettatori hanno cantato e si sono emozionati insieme alla coppia – Lorenzo Jovanotti e Eros Ramazzotti – che, proprio insieme a Daniele diede vita nel 1994 a un tour rimasto nella memoria di molti. Un omaggio particolarmente emozionante perché frutto dalla amicizia autentica che ci fu tra Lorenzo, Eros e Pino Daniele.
La serata è nata in maniera spontanea, quasi casuale, con un sms inviato giorni fa da Eros a Jovanotti: “Mi raccomando di ricordare il nostro grande Pino a Napoli”. Lorenzo sa che in questi giorni Eros è in vacanza con la famiglia prima di partire per il suo tour, ma la butta lì comunque, tentar non nuoce: “Pensa che bello se ci fossi anche tu” è la risposta. Ed Eros non si fa pregare e decide di salire su quel palco. Un omaggio forse ingrato, che forse a molti non piacerà, ma che è doveroso per chi ha amato Pino Daniele dal profondo.
E con Lorenzo ed Eros c’era anche James Senese, il sax di Pino, il musicista che lo conobbe ragazzo, così per ricordare nella maniera migliore quel trio fantastico. “Quanno Chiove”, “Napul’è”, “A me me piace o’blues” e “Yes I know my Way” con Senese, Jovanotti ha scelto i brani “storici”.
“Pino Daniele è per Napoli quello che Bob Marley è per la Jamaica – aveva scritto Lorenzo per ricordare Pino Daniele poco dopo la scomparsa -, ma siccome i napoletani sono napoletani e Napoli è Napoli, tutto è amplificato, tutto è più grande più complesso più rumoroso più infuocato, più indescrivibile a parole. Dopo quel concerto siamo diventati veramente amici”. Il concerto a cui faceva riferimento Jovanotti era quello del 13 giugno 1994, con il trio che si esibì al San Paolo a pochi giorni dalla morte di Massimo Troisi.
“Sono in forma e sarà una gran serata questa. E ci tengo a dire che una parte rilevante del concerto verrà dedicata a Pino Daniele. È stato un mio carissimo amico, un musicista rivoluzionario; l’emblema di un’arte che diventa patrimonio incredibile per tutti noi, adesso che lui non c’è più”. È una sorta di statementsacro, donato in eredità ai suoi fan, quello che Jovanotti pronuncia sotto il solo cocente dello stadio San Paolo. Alle 13, al termine della prima session di prove, su una pedana al centro del campo di calcio c’è l’incontro ravvicinato con il sindaco Luigi de Magistris per esprimere reciprocamente la gioia e l’intesa di questo evento napoletano che, sintetizzate, diventano l’attesa elettrizzante del ritorno di Lorenzo Cherubini allo stadio.”Un party per bambini dai 4 ai 99 anni”, ha detto il Cheruubini riferendosi al concerto.
“Aspettavo il San Paolo da un anno quasi. Dodici mesi fa, il mio manager Maurizio Salvadori mi anticipò l’intenzione del sindaco De Magistris di riapre lo stadio ai concerti, dopo undici lunghi anni di chiusura agli appuntamenti musicali. A me questo stadio sta a cuore, mi appartiene. Ci sono entrato per la prima volta con Pino Daniele, nel giugno 1994. Ci sono tornato nel 1998, sempre con lui. Ricordo che nel ’94, a pochi giorni dalla morte di Massimo Troisi, Pino era tramortito dal lutto. Del resto lui e Massimo pativano la medesima malattia. Pino arrivò allo stadio alle 9 del mattino e si isolò in camerino. Io ero tra i pochi che avevano accesso. Era talmente spaventato dall’entusiasmo del pubblico che mi chiese di accompagnarlo per la mano nell’ingresso in palcoscenico. E così feci. Quella sera c’è anche Eros nel nostro trio ed è bellissimo che oggi si ricomponga in suo onore un nuovo trio di tutt’altro genere. In principio volevo fare dei duetti con James Senese, perché sapevo che Ramazzotti fosse lontano in vacanza. Poi invece lui si è reso disponibile via sms e allora eccoci pronti a intonare un intero blocco del concerto in ricordo di Pino”.
Ed eccolo un altro collegamento con quel 1994: “Pino era al suo primo concerto nel suo stadio – sono ancora parole di Lorenzo -, e solo pochi giorni prima, il 4 giugno, era morto Troisi. Il tour andava a gonfie vele, ormai eravamo affiatati, ma per lui la scomparsa dell’amico fu una botta clamorosa”. Jovanotti ne ricorda lo smarrimento e anche la paura, avendo pure lui quel cuore che lo faceva dannare. Le parole lo riportano a quella sera: “Come sempre cercava di spostare l’attenzione, evitava di mostrarsi emozionato, salimmo sul palco insieme, lui mi teneva per mano come se fossi io quello più agitato”. La nascita di un legame che non si è più spezzato: “In quel periodo ci eravamo fidanzati da poco ed eravamo già molto innamorati delle nostre giovani ragazze. Dopo quel tour condividemmo il tempo in cui dall’essere una coppia si diventa una famiglia, quella cosa ci unì parecchio”.
Ora Pino non c’è e gli amici continuano ad intonare le sue canzoni: ed i 35 mila sono arrivati anche per questo.