Monfalcone (Gorizia) – Dopo numerosi appostamenti e lunghi soffermi nei pressi dello studio in cui operava, i finanzieri della compagnia di Monfalcone hanno nuovamente sorpreso sul fatto un noto “dentista” monfalconese, in possesso del solo diploma di odontotecnico, che già nel 2011, era stato sottoposto ad indagini dagli stessi finanzieri e condannato per il reato di “esercizio abusivo della professione medico-odontoiatrica”.
Condanna, questa, patteggiata al fine di poter riaprire le porte dello studio, ma questa volta con il preciso obbligo della presenza di un direttore sanitario designato abilitato alla professione.
All’epoca il professionista, dopo aver prestato la propria opera per alcuni anni tra Monfalcone e Trieste come brillante odontotecnico, aveva deciso di espandere radicalmente la propria attività e di aprire le porte dello studio anche alla clientela privata, non solo per la preparazione e l’applicazione di protesi dentarie, ma anche per vere e proprie cure odontoiatriche a seconda delle richieste dei pazienti; richieste, queste, con l’andare del tempo sempre più numerose, dovute in particolar modo ad un “listino prezzi” altamente concorrenziale e notevolmente più accessibile ai più diversi tipi di clientela.
Dopo oltre due anni di inattività, il soggetto ha nuovamente attirato verso di sé l’attenzione dei finanzieri allorquando è stato constatato attraverso indagini mirate, un flusso di clientela verso lo studio sempre più copioso, tale da indurre il sospetto che all’interno dei locali si perpetrasse ex novo l’attività illecita già all’epoca contestata.
L’odontotecnico è stato così nuovamente deferito alla Procura di Gorizia per esercizio abusivo della professione medico-odontoiatrica senza averne titolo) in concorso con il Direttore Sanitario presente all’interno dello studio ove l’odontotecnico operava, mentre i locali adibiti ad ospitare l’attività e tutta l’attrezzatura medica presente, su disposizione dell’autorità giudiziaria di Gorizia, sono stati posti sotto sequestro dalle Fiamme Gialle al fine di impedire al soggetto la continuazione della professione abusiva e la possibile reiterazione del reato.
La lente di ingrandimento delle Fiamme Gialle ora sarà ancora rivolta agli opportuni approfondimenti in merito al mancato inserimento in dichiarazione dei redditi dei cospicui proventi derivanti dalla propria attività perpetrata in maniera del tutto illecita, i quali, dopo un’analitica ricostruzione del reale volume d’affari conseguito, saranno prontamente riportati a giusta tassazione.