Palermo – A 23 anni dall’uccisione del giudice Paolo Borsellino, la popolazione si ritrova in via D’Amelio per commemorare il suo operato e la passione, avuta in vita, nella lotta alla mafia.
Alle 16:58, l’ora della strage, la strada era gremita: presenti molti bambini. A prendere parte alla manifestazione cittadini, familiari di vittime della mafia, giudici, poliziotti e carabinieri. Assenti le figlie del giudice palermitano, Fiammetta e Lucia.
A prendere la parola il figlio Manfredi che ha detto: “Questo è ormai uno dei simboli della legalità e della vera lotta alla mafia, dove i cronisti e i magistrati spendono energie sane e saldi valori per allontanare da questa terra il cancro di Cosa nostra. Questo luogo è importante perché teatro al pari di via D’Amelio di visite di scolaresche che imparano a non disperdere la memoria”.
Le parole del commissario di polizia, sono state riportate sul profilo Facebook della Polizia di Stato raccogliendo migliaia di condivisioni e commenti di solidarietà.
In merito all’intercettazione, riportata da L’Espresso, in cui il medico Matteo Tutino, fedelissimo di Crocetta, avrebbe augurato all’ex assessore di fare la stessa fine del padre, Manfredi Borsellino continua a non parlare. “Lasciamo che i magistrati accertino cosa è accaduto”, ha aggiunto.
Decine i messaggi di esponenti delle istituzioni come il presidente del Consiglio Matteo Renzi e i presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso che hanno ricordato l’eroismo e l’esempio del magistrato ucciso da Cosa nostra.
A concludere la manifestazione, la tradizionale fiaccolata simbolo di libertà, giustizia e soprattutto di legalità per ricordare che le morti di Borsellino, degli agenti della scorta, di Falcone e di tutti coloro che sono stati uccisi per mano della mafia non sono e non saranno mai invane.