Pesaro – Particolari macabri quelli della morte di Ismaele Lulli, il ragazzo di 17 anni, ucciso con un profondo taglio alla gola la scorsa domenica. Le prime confessioni da parte degli assassini, due coetanei di origini albanesi, sono giunte e iniziano a far luce sull’accaduto.
I killer, 20 e 19 anni, lo avrebbero colpito per gelosia, per punire quella simpatia che Ismaele aveva nei confronti della fidanzata di uno dei due. Gli hanno legato mani e piedi con lo scotch, sotto la croce in ferro alta tre metri della Chiesa di San Martino al Poggio di Sant’Angelo in Vado nel Pesarese, dove credevano si incontrasse con la giovane. Poi il colpo mortale al collo, che lo ha quasi decapitato.
I due fermati, Igli Meta e Marjo Mema, avevano attratto la vittima invitandolo a fare un bagno nel fiume. Ingenuamente, giunto sul posto, Ismaele non si aspettava una reazione simile dai suoi amici. Lo hanno ucciso senza pietà per poi gettare il corpo giù da un dirupo alto 50 metri. I due, dopo il delitto, sono andati ugualmente a bagnarsi nel fiume per pulirsi dal sangue del 17enne.
Gli inquirenti hanno fermato i responsabili, martedì sera, e solo dopo 14 ore di interrogatorio uno dei due albanesi, il più piccolo, ha confessato. Le forze dell’ordine credono che l’altro fosse pronto per la fuga: Meta è stato trovato a dormire in auto e con una somma di denaro sufficiente per lasciare la città. Probabilmente l’omicida voleva rientrare in Albania.
“Si sta cominciando a rendere conto della gravità del fatto”, hanno detto durante la conferenza stampa i carabinieri in merito alla posizione del 19enne Marjo Mema. Nella ricostruzione fatta dagli investigatori, il ragazzo avrebbe un posizione meno grave dell’altro giovane, ritenuto l’esecutore materiale del delitto.
La madre di Ismaele: “Mio figlio ha fatto una fine atroce. Non si può morire così, non li perdonerò mai”.
Il sindaco della città, Giannalberto Luzi: “Ismaele, come il sedicenne morto per ecstasy a Riccione, è una vittima di un mondo adulto che non sa dedicare sufficiente attenzione ai ragazzi dai 13 ai 18 anni, nel momento più delicato”.
“Il ragazzo mi ha pregato di dire che chiede perdono alla famiglia e alla cittadinanza. E ci tiene a dire che da parte sua non c’era nessuna volontà di uccidere. Ha ammesso di aver attirato la vittima ma solo per dargli una lezione, per un motivo passionale. La situazione gli è poi sfuggita di mano”, ha dichiarato l’avvocato del 20enne, Salvatore Asole, che ha annunciato che ci sarà, a breve, anche la sua confessione.