Pisa – Un giovane di origini marocchine, Jalal El Hanaoui, 25 anni, è stato arrestato nelle prime ore della mattinata a Ponsacco, in provincia di Pisa, con l’accusa di reati specifici di propaganda e istigazione alla Jihad.
Non era uno che frequentava la moschea, ma presidiava il web con una propaganda incessante. El Hanaoui gestiva come amministratore tre profili facebook, da cui, accanto a discussioni su temi religiosi islamici, invitava però gli ‘amici’ a posizioni oltranziste ed estremiste, evidenziando una chiara condotta per proselitismo a favore della partecipazione alla Jihad (guerra santa). Gli stessi argomenti, secondo le indagini di Digos e Polizia postale, sono stati usati dal 25enne anche in video e commenti inseriti in altri gruppi a cui era iscritto, raggiungendo così circa 12 mila persone, non solo nel mondo arabo ma anche italiani.
Tra le immagini c’è il disegno di una decapitazione che El Hanaoui commenta come atto di eroismo. In una foto invece si vede una scritta nel deserto che, tradotta, significa “solo la legge di Dio va seguita mentre, le leggi degli uomini devono essere distrutte”.
Secondo gli investigatori l’arrestato propugnava come mezzi per realizzare lo stato islamico, anche strage, omicidi, attentanti e danneggiamenti. In un suo commento si legge che si isserrà “dal sangue la bandiera dello stato islamico”; in un altro commento esorta “i democratici ad andare via, noi faremo la jihad”. I tre profili facebook di sua diretta gestione sono stati sottoposti a sequestro preventivo e oscurati.
El Hanaoui era in Italia da quando 18, per via di un ricongiungimento familiare. Il giovane è disoccupato e vive con i genitori e il fratello ventiduenne in un quartiere di case popolari alla periferia di Ponsacco, vicino al complesso sportivo “I Poggini”. Durante la perquisizione nella sua casa sarebbero stati sequestrati un computer e tre telefoni cellulari. El Hanaoui ha anche piccoli precedenti penali per reati connessi agli stupefacenti e contro il patrimonio.
L’operazione, eseguita dalla polizia di Pisa e coordinata dalla Direzione centrale polizia di prevenzione (Ucigos), è stata diretta dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Firenze. La task force messa in campo dalla polizia è costituita, oltre che da operatori della Digos specializzati nelle attività di contrasto al terrorismo, anche da unità di artificieri, operatori della polizia postale e delle comunicazioni, dalla polizia scientifica e dal Nucleo prevenzione crimine della polizia.
Appena cinque giorni fa una donna di origini albanesi, Arta Kacabuni, era stata arrestata a Scansano, in provincia di Grosseto, con l’accusa di far parte di un’organizzazione di terrorismo internazionale legata allo Stato Islamico. Secondo quanto è emerso la donna è una parente di Aldo Kobuzi, il marito di Maria Giulia Sergio ora Fatima, la 27enne italiana che è partita per la Siria per abbracciare la causa del Califfato.