Renzi: “Non siamo più il Paese delle tasse”

di Redazione

Roma – “L’Italia si è rimessa in moto e continuerà a farlo”, anche con un “pacchetto” di misure di riduzione fiscale che “procede con cadenza fissa e puntuale, alimentata dalla stabilità che è tornata di casa”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi alla Conferenza degli ambasciatori alla Farnesina sottolineando come l’Italia non sia più il Paese delle tasse. “In 5 anni – ha sottolineato – ci sarà una riduzione della pressione fiscale di 50 miliardi di euro”.

Il presidente del Consiglio è poi entrato nel dettaglio: “Dieci miliardi nel 2015 dal bonus di 80 euro alla fascia più debole della popolazione; nel 2015 5 miliardi dall’eliminazione dellacomponente lavoro dall’Irap; nel 2016 l’abolizione di Tasi e Imu, dal valore di circa 5 miliardi; nel 2017 ci occuperemo della riduzione del costo per le imprese dal combinato Ires e Irap per portare il costo della tassazione sul profitto al 24%; e nel 2018 interverremo sugli scaglioni Irpef e le pensioni”.

Renzi si è poi dato un “data di scadenza”: “In Italia dovremmo cominciare a considerare i politici dei civil servant che prima o poi se ne vanno. Io tra dieci anni farò altro”. Poi, scherzando, ha aggiunto: “Ma non subitissimo…”.

Anche se non sarà più a Palazzo Chigi, Renzi vede un futuro roseo per il Paese: “Comunque vada la discussione politica, penso che l’Italia abbia un futuro straordinario: tra 20 o 30 anni saremo leader in Europa e nel mondo”, ha detto.

Nel breve periodo, intanto, la speranza di Renzi è quella di ottenere un posto alle Nazioni Unite: “Spero che il prossimo anno potremo festeggiare l’importante risultato dell’elezione al Consiglio di sicurezza dell’Onu per il biennio 2017-2018. Sarebbe un risultato molto positivo, ma non ci siamo ancora”, ha detto agli ambasciatori.

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