Roma – 10 ordinanze di arresto, sette in carcere carcere e tre ai domiciliari, eseguite dai carabinieri a Roma per traffico di droga, tentato omicidio, lesioni personali, detenzione illegale di armi, estorsione e ricettazione. Eseguiti anche numerosi sequestri di droga e armi da fuoco a riscontro delle risultanze emergenti dalle intercettazioni.
Le indagini – condotte dai militari del nucleo investigativo e del reparto operativo del comando provinciale capitolino – risalgono all’omicidio di Roberto Musci, ucciso a colpi di pistola in zona Casalotti il 23 gennaio 2014, i cui presunti autori, Giancarlo Orsini, ritenuto l’esecutore materiale, e Massimiliano Leoni, ritenuto il secondo mandante dell’omicidio, furono arrestati nel luglio 2014.
In una prima fase, le indagini furono indirizzate nei confronti di una serie di personaggi già noti alle forze dell’ordine con cui Musci aveva avuto assidui contatti prima della morte e, tra questi, due soggetti del quartiere romano di Tor Bella Monaca, Alessio Lori e Leonardo Bevilacqua, romani di 24 e 30 anni con precedenti di polizia.
Il monitoraggio dei due ha consentito di escluderne il coinvolgimento nell’omicidio e, al contempo, ha fatto emergere come i due fossero dediti ad attività illecite nel quartiere di Tor Bella Monaca e ciò ha indotto la Procura di Roma ad aprire un nuovo e autonomo procedimento penale.
Gli approfondimenti investigativi sul conto di Lori hanno fatto emergere come lui e il fratello 30enne Fabrizio fossero attivi insieme ad altri sodali nella gestione di una florida attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti che avevano “spostato” da Tor Bella Monaca a Centocelle in quanto nel loro quartiere le piazze di spaccio erano tutte occupate e non c’erano “spazi” disponibili.
In una conversazione ambientale uno dei due dice: “lo so lo so, però le piazze giù da noi già sono occupate Fabbrì, che fai la piazza d’erba? Dove vai per tetti?”. A Centocelle i due avevano quindi realizzato un appartamento – magazzino in via dei Castani dove inviavano il loro consolidato portafoglio di clientela a cui smerciavano cocaina, hashish e marijuana, droga reperita dagli albanesi. Per questi fatti con la misura cautelare viene contestato il reato associativo a 5 persone (oltre ai fratelli Lori, Tiziano Repole e Manolo Lemma, entrambi di 27 anni, e un cittadino albanese al momento irreperibile).
Aldilà degli aspetti connessi con la gestione dello spaccio di droga nelle periferie romane, l’indagine ha fatto emergere l’allarmante propensione degli indagati a circolare armati e ad utilizzare armi da fuoco e bianche per farsi largo con violenza e minacce nel quartiere di Tor Bella Monaca e per regolare le controversie connesse con il recupero dei crediti maturati con lo smercio del narcotico.
Tra gli episodi più gravi emersi nel corso dell’indagine e contestati nell’ordinanza, c’è il tentato omicidio di un cittadino nord africano commesso a Tor Bella Monaca il 22 aprile 2014, secondo gli investigatori da Alessio Lori e Leonardo Bevilacqua, i quali a seguito di una lite per futili motivi, essendo entrambi armati di pistola semiautomatica, esplosero sei colpi contro lo straniero, sparando in rapida successione ad altezza uomo.
Nella circostanza la vittima era riuscita a fuggire cavandosela con una ferita alla gamba guaribile con 30 giorni di prognosi, e dichiarando in sede di denuncia di essere stato colpito da due suoi connazionali da lui non conosciuti che avevano tentato di rapinarlo.
Le intercettazioni eseguite dai carabinieri di via in Selci hanno invece fatto emergere come a sparare furono Lori e Bevilacqua, peraltro animati da motivi di odio razziale.