Due uomini uccisi da tori, in una decina di giorni, alla vigilia di San Firmino, quando paesi e città della Spagna si trasformano in un’immensa arena. L’ultimo a Grao de Castellon, un uomo di 53 anni è deceduto in ospedale, vani i tentativi di fermare l’animale. Il 25 luglio un 43 enne è morto, incornato all’addome e al cuore a Coria, nel sud del paese, da un toro infuriato, allo sbando.
Tori sottoposti, durante gli encierros ad una preparazione crudele – denunciano gli animalisti – che due giorni fa hanno manifestato sdraiati a terra, i corpi verniciati di un rosso significativo per bloccare gli spettacoli. Animali che sarebbero torturati con elettricità, trattati con polveri urticani negli occhi, picchiati e feriti con tagli sul corpo per renderli aggressivi, adatti ad interpretare la loro parte durante l’encierro.
In questo clima si è aperta, oggi, puntuale a mezzogiorno la corsa più famosa, quella di Pamplona, resa immortale da Hemingway, attrazione per migliai di turisti che a bordo strada incitano, fotografano, seguono quella pazza corsa di centinaia di spericolati che la forza e la velocità dei tori, lanciati per gli 825 metri delle vie cittadine.