Strage Secondigliano, i funerali del vigile Vincenzo Cinque

di Redazione

Napoli – Venerdì pomeriggio si sono svolti i funerali del luogotenente della polizia municipale di Napoli Vincenzo Cinque, nella chiesa della Resurrezione al rione Monterosa a Secondigliano.

Cinque è deceduto dopo due mesi di agonia a seguito delle ferite riportate nella strage di Miano, colpito dai proiettili esplosi dall’infermiere Giulio Murolo. Ad accogliere la salma, il picchetto d’onore della polizia municipale e il comandante Ciro Esposito.

Un lungo e commosso applauso ha salutato la salma di Cinque all’uscita dalla chiesa della Resurrezione nel rione Monterosa. “Per la Chiesa Vincenzo e Francesco sono martiri”, ha detto il cappellano del corpo della polizia municipale di Napoli, padre Mario Pellicose, che ha celebrato le esequie. In chiesa, accanto alla moglie Concetta, ai figli e alla famiglia, tanti cittadini e le istituzioni rappresentate dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris, dal prefetto Gerarda Pantalone e dal questore Guido Marino.

Nel corso dell’omelia, il sacerdote ha più volte accomunato Vincenzo a Francesco Bruner capitano dei vigili urbani di Napoli deceduto nel giorno stesso della strage avvenuta a maggio. Il sacerdote ha affermato che i due vigili sono “vittime non di una disgrazia, ma di un folle gesto. Vincenzo – ha aggiunto – è stato capace di compiere il bene per gli altri dando la vita per salvare quella di altri”. Il luogotenente, infatti, secondo la ricostruzione degli investigatori, aveva cercato di proteggere passanti e automobilisti impedendo loro di finire sotto il tiro di Giulio Murolo.

“Vincenzo – ha proseguito il sacerdote – non è un eroe semplice perché quello che ha fatto lo ha compiuto fuori dal servizio. Vincenzo e Franco sono martiri”. Sacrifici che – ha sottolineato il prete – “ci fanno capire ancora una volta quanto sia nobile il corpo della polizia municipale di Napoli e quanto sia difficile il loro compito”. Una strage che ha causato cinque vittime e tre feriti e che è figlia – ha proseguito il sacerdote nell’omelia – “del dramma della solitudine che ha visto un uomo capace di armarsi e uccidere. Un dramma causato dalla società attuale – ha aggiunto – in cui i social network ci isolano. Oggi si vive una vita di violenza morale in cui si affermano comportamenti illegali e immorali e c’è una violenza verbale. I nostri polmoni – ha concluso – respirano violenza tutti i giorni”.

In una chiesa gremita, tanta la commozione dei presenti. Accanto all’altare, i gonfaloni del Comune di Napoli, del Comune di Casavatore e dell’Associazione della polizia municipale europea. Prima della conclusione della cerimonia, momenti di forte commozione quando è stata consegnata alla vedova la bandiera della polizia municipale e quando il maresciallo Pasquale Esposito, che faceva coppia con Cinque da sette anni, ha condiviso con i presenti il suo personale ricordo. “Mi mancherai fratello – ha detto Esposito – mi mancheranno le nostre risate e gli sfotto’. Sei stato un grande uomo e sei stato un grande eroe insieme a Bruner”. Prima della conclusione del rito è stata letta la preghiera della polizia municipale.

“Sei il primo innocente accolto in questa chiesa dove, nei tempi della guerra di camorra, abbiamo accolto 80 giovani”. Lo ha detto padre Vincenzo, parroco della chiesa della Resurrezione, al termine dei funerali. Il parroco ha raccontato squarci della vita del luogotenente che frequentava quella chiesa fin da bambino. “Ti cercheremo – ha detto – vicino a Dio. Il quartiere ti deve dire grazie per quello che sei stato e per quello che hai fatto. Siamo – ha concluso – orgogliosi di te”.

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