Whirlpool, siglato accordo: nessuna chiusura

di Emma Zampella

Roma – Arriva nel pomeriggio di giovedì 2 luglio l’accordo che garantirà ancora il lavoro per migliaia di operai impiegati negli stabilimenti Whirlpool – Indesit. La decisione è stata presa, a seguito di un lunghissimo tavolo di confronto e trattative, al Mise, chiudendo un braccio di ferro tra l’azienda e i sindacati lungo 5 mesi.

L’accordo scongiura così il rischio di licenziamento per gli oltre 2000 lavoratori del gruppo riassorbe tutti gli esuberi inizialmente previsti, salva i siti di Carinaro e None dalla chiusura, assegna ad ogni stabilimento una missione produttiva e soprattutto investe 513 milioni in tre anni. Già venerdì l’accordo sarà sottoposto al voto di tutti i lavoratori del gruppo. Un impegno, quello di non licenziare fino al 2018, che si accompagna ad un piano di esodi e trasferimenti incentivati, ad una ricollocazione e riqualificazione professionale per gli impiegati le cui funzioni vengono trasferite in altra regione; all’utilizzo della cassa integrazione e di contratti di solidarietà.

La Whirlpool assume l’impegno formale: a non licenziare per tutta la durata del piano industriale, vale a dire fino al 2018; più in generale a ritirare la dichiarazione di 2060 esuberi; a operare trasferimenti incentivati fra uffici e stabilimenti ubicati in diverse regioni solo su base volontaria; ad applicare la ricollocazione e riqualificazione professionale in particolare per gli impiegati le cui funzioni vengono trasferite in altra regione; ad investire 513,5 milioni di euro; ad utilizzare ammortizzatori sociali conservativi, quali la cassa integrazione e i contratti di solidarietà utilizzando la rotazione per la più equa ripartizione possibile del lavoro; ad aprire per tutti i siti del gruppo una mobilità volontaria o finalizzata alla pensione incentivata. Se l’ipotesi di accordo nazionale verrà approvata dal voto dei lavoratori, “seguiranno accordi esecutivi in ciascun territorio per definire i termini dettagliati di utilizzo degli ammortizzatori sociali; la mobilità incentivata volontaria o finalizzata alla pensione sarà, invece, aperta con un’unica procedura nazionale”.

“Il piano prevede missioni industriali per tutti i siti, attraverso l’insourcing di attività, la crescita di 650.000 pezzi dei volumi prodotti in Italia. L’incremento verso il 70% della saturazione produttiva di tutti i siti. 513,5 milioni di investimenti – dice ancora il sindacalista Bentivogli – il 75% di tutti gli investimenti su ricerca e sviluppo di tutta l’area Emea concentrati in Italia. Il testo dovrà contenere un quadro a cui seguiranno accordi applicativi in sede locale e nazionale con ammortizzatori sociali che a partire dai contratti di solidarietà, escludano generazione di esuberi strutturali.

Ma cosa sarà strutturato il piano? Per quanto attiene alla regione Campania, numerose saranno le novità che riguarderanno gli stabilimenti disseminati sul territorio. A Carinaro sarà costituito il polo europeo di ricambi e accessori, in cui troveranno inizialmente occupazione 320 persone. Il restante organico potrà avvalersi della possibilità di essere trasferito a Napoli, accedere al trasferimento volontario incentivato per Varese con possibilità di colloqui anche per i familiari conviventi, accedere ai percorsi di uscita incentivata specificamente previsti per la Campania.

Quanto agli impianti presenti nella vicina Teverola, l’azienda mostra il proprio impegno nella ricerca di  soggetti investitori con un apposito stanziamento di 2 milioni di euro e la disponibilità di cedere a prezzi agevolati lo stabile, al fine di generare ulteriori opportunità occupazionali; gli ammortizzatori sociali utilizzati saranno inizialmente la cigs per ristrutturazione e poi i contratti di solidarietà. A Napoli sarà invece affidata la produzione di lavatrici di alta gamma, anche con un modello aggiuntivo rivolto ai mercati extra europei. Quanto alle modalità di impiego si utilizzeranno i contratti di solidarietà.

A None, il magazzino sarà ceduto in continuità alla società piemontese Mole, ma il personale in alternativa potrà comunque optare per il trasferimento ad altra sede del gruppo o accedere ai percorsi di uscita incentivata specificamente previsti; il coinvolto dal trasferimento d’azienda riceverà in ogni caso un incentivo e gli sarà liquidato il tfr; il centro ricerca e l’outlet resteranno, invece, in attività fino al 31/12/2016 ed il relativo personale potrà accedere sia al piano di uscite incentivate sia a modalità agevolate di trasferimento ad altra sede del gruppo; verranno utilizzati i contratti di solidarietà.

A Cassinetta, invece, si consoliderà come polo Emea per l’incasso, con produzione di forni, frigoriferi e microonde e con un incremento occupazionale di 160 persone, oltre alla conferma dei lavoratori somministrati. A Fabriano, Melano diventerà l’unica fabbrica Emea per la produzione di piani cottura, con rientro delle produzioni dall’estero, e vi saranno concentrati anche i lavoratori attualmente in forza ad Albacina. Saranno utilizzati prima la cigs poi i contratti di solidarietà. Il polo di produzione dei congelatori orizzontali resterà a Siena, dove si provvederà al rientro di prodotti anche dall’estero e possibilità di crescita ulteriore verso i mercati extra europei; si utilizzeranno i contratti di solidarietà. La manodopera delle lavatrici sarà invece a Comunanza, dove saranno prodotti gli elettrodomestici a carico frontale, confermando la fabbricazione esclusiva di lavasciuga. Anche qui saranno utilizzati i contratti di solidarietà.

Il comportato uffici sarà distribuito tra Comerio e Milano, ove verrà creato un centro direzionale con circa 800 dipendenti, accorpando gli attuali uffici, mentre a Fabriano verrà creato un centro direzionale con circa 600 dipendenti.

Le reazioni – “E’ un accordo essenziale per il futuro di migliaia di lavoratori e per le prospettive del comparto degli elettrodomestici in Italia”, ha commentato Ermenegildo Rossi. “Ora la parola passa ai lavoratori”, ha aggiunto, invece, Antonio Spera, segretario Ugl metalmeccanici, sottolineando che “siamo convinti che premieranno il cammino fatto per evitare esuberi strutturali e chiusure di stabilimenti”. “Lo avevamo promesso ai lavoratori #Whirlpool. Nessuna chiusura, nessun licenziamento. #lavoltabuona #Italiariparte”, ha twittato, paventando la propria soddisfazione, il Premier Matteo Renzi.

“Abbiamo siglato con Whirlpool un’ipotesi di accordo importante, che nei prossimi giorni sarà sottoposta al voto dei lavoratori in tutte le fabbriche ed uffici”, dettaglia il leader della Uilm, Rocco Palombella. “Si tratta, soprattutto se si considera da dove eravamo partiti, di un’intesa senza dubbio positiva – prosegue – poiché scongiura il rischio di oltre duemila licenziamenti e assegna una missione a tutti gli stabilimenti italiani, trovando una soluzione anche per Caserta e None di cui inizialmente era stata prospettata la chiusura”. Aggiunge il leader Fim, Marco Bentivogli: “Abbiamo firmato un accordo importante che premia due mesi di lotta che hanno convinto a una retromarcia gli americani. Il nuovo piano industriale da bollettino di guerra diventa vero piano di rilancio”.

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