Napoli – Il consigliere comunale di Napoli e della Città Metropolitana, Carmine Attanasio, lascia i Verdi e passa tra le fila del Partito Democratico. Il suo arrivo nell’opposizione consegna di fatto nelle mani del Pd la maggioranza relativa dell’assemblea metropolitana (con sette consiglieri) e toglie un altro puntello da quella già risicata dell’aula di via Verdi. E’ ciò a tre giorni dalla discussione sul bilancio in Comune.
In Consiglio comunale, invece, il Pd, con Attanasio, diventa un gruppo a cinque, mentre la maggioranza (che ha perso anche l’ex Idv Gallotto) si assottiglia ulteriormente: i voti certi sono 24 (compreso quello del sindaco de Magistris) e di volta in volta servirà qualche “stampella” per tirare avanti fino al termine della consiliatura.
“Ci sono stati dei malumori col sindaco ma soprattutto all’interno dei Verdi, che non reputo più un partito in grado di farsi portavoce delle istanze dei cittadini. Così ho deciso di passare in un grande partito”, ha detto Attanasio.
“Auguro buona fortuna ad Attanasio. Sono sempre stato attratto dalle migrazioni politiche, magari porterà nel Pd un po’ di energia nuova”, commenta ironico de Magistris, facendo riferimento ai numerosi cambi di casacca registrati negli anni da Attanasio (Forza Italia, Idv, Rivoluzione civile, Rifondazione comunista, Verdi e ora Pd).
Secondo “Il Fatto Quotidiano”, Attanasio sarebbe arrabbiato coi Verdi che non l’hanno sostenuto in campagna elettorale – in consiglio regionale è stato eletto il rivale Borrelli – e non gli hanno espresso solidarietà quando si andò a incatenare e a definire camorrista il direttore de Il Fatto. E poi sarebbe molto arrabbiato anche con de Magistris, colpevole di aver invitato Marco Travaglio a una iniziativa di legalità del Comune di Napoli, la proiezione in piazza Municipio del film “La Trattativa”, insieme all’autrice Sabina Guzzanti.
Era il 10 luglio, il Fatto era uscito da poche ore con lo scoop delle intercettazioni Renzi-Adinolfi e dei presunti ricatti alla famiglia Napolitano. In quell’occasione Travaglio ricordò l’episodio dal palco dicendo, testuale: “Quell’assessore (Attanasio non era in Giunta, ma ha la delega al Turismo della Città Metropolitana, ndr) che ci definì penne di camorra dovrebbe vergognarsi”. Proprio con quella delega de Magistris sperava di aver trattenuto Attanasio nella sua traballante maggioranza. Che ora invece vacilla, perché con il passaggio dell’ex Verde-Idv e di un altro ex Idv, Vincenzo Gallotto, all’opposizione, il sindaco arancione rischia di non avere più i numeri per approvare la manovra di bilancio appena varata in giunta.