Aversa – E’ una sfida all’ultimo voto la raffica di emendamenti al bilancio di previsione, che dovrà essere approvato dall’aula consiliare il prossimo 31 agosto, presentati dai dodici consiglieri dell’opposizione, firmatari di tutte le proposte di integrazione.
43 suggeriti da Forza Italia, sette dal consigliere indipendente Gino della Valle, la restante parte dal Partito Democratico per un totale complessivo che supera i 90. A questi va ad aggiungersi l’unico presentato dalla maggioranza firmato dall’indipendente Paolo Santulli, relativo all’assunzione di personale comunale che l’Ente, con l’assessore Francesca Marrandino, ha già annunciato possibile solo per 10 unità entro l’anno in corso.
Emendamenti che toccano tutti i punti del documento politico contabile, riguardanti sia il piano triennale come la cancellazione della realizzazione di una piazza in via Costantinopoli e della piscina comunale da realizzare nello standard di via Michelangelo sostituirla con un parco pubblico, sia le operazioni di manutenzione ordinaria come la sostituzione del tappetino d’asfalto di via della Libertà a partire da via Caruso fino a via Boccaccio, la realizzazione di un impianto di cremazione cimiteriale, la programmazione un progetto di sicurezza stradale incentrato sulla prevenzione del consumo di alcol e droga, l’attivazione del progetto oratori.
Emendamenti che, probabilmente, verranno cancellati dalla discussione per essere stati superati da interventi già effettuati o programmati dall’amministrazione, in alternativa saranno regolarmente bocciati da una maggioranza che intende affermare quella coesione dimostrata in passato ma che sembra essere traballante proprio per la querelle nata sull’indicazione della data di convocazione del Consiglio comunale per l’approvazione del bilancio.
Un’operazione caratterizzata dal mancato rispetto del regolamento comunale che all’articolo 71 detta le norme da seguire per la convocazione delle commissioni consiliari il cui parere, non vincolante, è propedeutico alla indicazione della data di convocazione del Consiglio comunale.
Per forzare la mano al presidente della commissione lavori pubblici, Marco Villano, esponente dell’opposizione e presidente della commissione, si è sostituito nella convocazione prima dal dirigente dell’area lavori pubblici, diffidato ufficialmente da Villano, poi è toccato ai consiglieri di maggioranza componenti la commissione che hanno ignorato la norma del regolamento posta al capo 3 dell’articolo 71 che dice “la Commissione si riunisce, altresì, su richiesta sottoscritta da almeno tre membri ed indirizzata al Presidente”.
Nel caso specifico la richiesta non è stata indirizzata al presidente Villano che avrebbe dovuto farla propria e convocare la commissione ma i consiglieri hanno convocato direttamente la stessa. Un modo di operare che, probabilmente, ha innescato anche la cascata di emendamenti. Alcuni dei quali, avendo l’evidente sapore della provocazione, preannunciano uno scontro duro in Consiglio.