Moscati, deve rimuovere ingessatura ma il Cup la fissa un mese dopo

di Antonio Arduino

Aversa – Purtroppo “a volte ritornano”, parliamo dei disservizi all’ospedale “Moscati”, in particolare della rimozione delle ingessature nei tempi fissati dagli stessi sanitari del nosocomio.

Un problema che qualche anno fa aveva portato ad Aversa “Le Iene” e che il 22 agosto 2012 aveva messo a rischio il posto di lavoro di un padre di famiglia per la mancata rimozione della ingessatura, prenotata ma rinviata venti giorni per l’assenza di personale.

Tre anni dopo la storia si ripete. Questa volta non per mancanza di personale ma per il mancato rispetto di un ordine di servizio firmato il 3 settembre 2012 dall’allora direttore sanitario dell’ospedale Giuseppe Tatavitto. Ingessata il 1 agosto una gamba fratturata a seguito di un incidente, una donna avrebbe dovuto rimuovere il gesso dopo 21 giorni, secondo la prescrizione dei medici del pronto soccorso. Per farlo, naturalmente, avrebbe dovuto prenotarsi al Cup del Moscati. Un atto burocratico effettuato da un familiare prima di lasciare pronto soccorso. Nonostante, nel richiederlo, esibisse la prescrizione dei sanitari l’intervento di rimozione era stato fissato per il 17 settembre, ben 27 giorni oltre il termine indicato dagli specialisti.

A nulla sono valse le proteste del familiare per ottenere che la rimozione avvenisse come indicato. A nulla è valso ricordare agli operatori del Cup che tenere una ingessatura per un tempo superiore a quanto necessario può creare problemi di riabilitazione con danni al paziente e costi assistenziali ulteriori all’azienda sanitaria. Per rimuovere l’ingessatura la donna ha dovuto cercare una strada alternativa, facendo leva su amicizie capaci di risolvere il problema grazie ad un “favore” personale.

Un sistema cancellato nel 2012 dall’allora direttore sanitario del nosocomio che con un ordine di servizio (guarda il video) disponeva che al momento della dimissione di un paziente a cui fosse stata applicata una ingessatura il personale dell’ortopedia avrebbe dovuto fissare e prenotare automaticamente la data della rimozione. Un obbligo che, a quanto pare, è stato dimenticato creando l’ennesimo disservizio che contribuisce a fare ombra su una struttura ricca di personale qualificato, di potenzialità tecniche e di attrezzature ma che continua ad essere sotto i riflettori per inefficienze.

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