“Sono pakistana, sono britannica, sono musulmana, sono gay, e sono una drag queen. Le persone pensano che queste cose non possano andare bene insieme, ma eccomi qui, questa sono io”.
Una dichiarazione completa, a 360 gradi, in grado di zittire chiunque voglia puntare il dito. A parlare così di se stessa è Asifa Lahore, prima drag queen musulmana del Regno Unito, che risponde usando tale racconto di se stessa anche per rispondere alle minacce da parte dell’Islam nelle dichiarazioni rilasciate alla Thomson Reuters Foundation.
La sua storia, insieme a quella di altri due membri della comunità gay asiatica britannica, detta comunità `Gaysian´, andrà in onda stasera nel film-documentario `Muslim Drag Queens´, che sarà trasmesso da Channel 4.
Figura fondamentale nella lotta per i diritti della comunità “Gaysian”, gli omosessuali asiatici, si è raccontata nel documentario “Muslim Drag Queens”. L’iniziativa ha scatenato la polemica da parte del mondo musulmano che ha attaccato duramente la drag con messaggi d’odio e minacce di violenze e di morte.
Di origine pakistana, Asifa vive nella provincia londinese dove porta avanti la sua lotta per l’integrazione e per l’uguaglianza della comunità LGBT. “Ho paura e sono costantemente preoccupata, ma noi gay musulmani abbiamo il diritto di essere ascoltati, condividere le nostre storie e non vergognarci di chi siamo”. Il coraggio di contrastare gli attacchi con l’affermazione di sé, ha generato anche un’ondata di sostegno con numerosi messaggi di supporto da parte dei follower all’hashtag #MuslimDragQueen.
Il film si apre con Quaraishi che legge alcune e-mail di minacce: “Ti chiami musulmano? Dovresti vergognarti ed essere ucciso”, si legge in una; “Pensi che non so dove vivi? Pensi che non so dove siano tua mamma e tuo papà? Vai avanti e sarai ucciso”, recita un’altra mail. Ma Quaraishi va avanti imperturbabile e riceve poi un premio Lgbt alla cerimonia organizzata dal magazine britannico Attitude. Sono 150 le drag queen attive nel Regno Unito, che provano a riconciliare la sessualità con la loro fede, sfidando omofobia e taboo nell’islam.