Piazza Affari, già negativa in avvio di seduta (con il Ftse Mib partito a -3,62% a 20.936 punti e l’All Share registra a -2,78% a 23.379 punti), ha proseguito in rosso il resto della giornata di contrattazioni, sprofondando fino a un -7% e chiudendo poi in perdita del 5,96% a 20.450 punti. . A pesare su Piazza Affari, come sugli altri listini europei, il crollo dei mercati asiatici e il calo del prezzo del petrolio.
La violenta corrente di vendite ha toccato senza particolari distinzioni tutti i settori, segno che la debolezza e’ strutturale del mercato, ma alcune blue chip di Piazza Affari hanno pagato pesantemente: Tenaris ha perso il 9,6%, Eni il 7,9% a 13,1 euro, Fca il 7,7% a quota 12,01, Mps il 7% a un prezzo di 1,68 euro. Molto male anche le altre banche: Unicredit -6,2%, Intesa -6,1%. Hanno tenuto per tutta la seduta Pirelli, Ansaldo e Wdf, che hanno ceduto meno di un punto percentuale.
L’apertura di Wall Street non ha migliorato la situazione delle altre Borse mondiali. New York ha infatti aperto con il Dow Jones in perdita del 2,94% a 16.976 punti, il Nasdaq in arretramento dell’8,42% a 4.313 punti e lo S&P 500 a -3,1% a 1.910 punti. Pochi minuti dopo la situazione è peggiorata ulteriormente, con Wall Street in perdita di oltre il 6%.
A Londra l’indice Ftse 100 dopo i primi scambi ha perso il 2,51% scendendo a 6.032 punti mentre Francoforte è scesa sotto la soglia psicologica dei 10.000 punti con l’indice Dax sprofondato a -3,43% e poi al 2,18%. A Parigi (-2,17%) l’indice Cac 40 cala a 4.488 punti. Tonfo Atene a -4,28%.
Dopo il crollo di venerdì del prezzo del petrolio a New York sceso ai minimi dal 2009, il tonfo si replica a Londra con il Brent sceso sotto i 45 dollari al barile, per la prima volta al 2009. A pesare è la scelta dell’Iran di aumentare la produzione di petrolio. Il Brent con consegna ad ottobre è sceso del 3,2% a 44 dollari al barile.
Per le Borse europee questo lunedì nero sta per ora segnando il peggior calo dal fallimento di Lehman Brothers del 2008: l’indice Stoxx 600, che fotografa l’andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, cede oltre il 7%.
Chiusura molto pesante per la Borsa di Atene: a fine contrattazioni l’indice principale segna un -10,5%. Male anche i titoli di Stato: il bond a due anni registra una crescita dei rendimenti al 12,9%, quello a 10 anni al 9,5%.