Roma – E’ arrivato sul sagrato della chiesa di piazza San Giovanni Bosco trainato da tre cavalli e una maestosa carrozza nera, il feretro di Vittorio Casamonica, il boss del clan di Roma Est.
Il corteo, partito da via di Roccabernarda, nel cuore della Romanina, il regno di questa potente cosca di origine nomade che controlla il mercato degli stupefacenti della Capitale, arriva nella chiesa del Tuscolano alle 11. Ad accogliere la salma del “re degli zingari”, 65 anni, morto di tumore, c’è la banda Panizza di Frascati, che omaggia il boss defunto con le note della colonna sonora del Padrino.
Applausi misti a lacrime, dolore, grida e riconoscimenti di stima, si sento fuori dalla chiesa quando arriva la bara. Un ultimo saluto maestoso quello che la comunità rom da a quell’uomo che definisce il proprio “re”.
Uno scenario surreale quello che si palesa in una mattina di agosto davanti agli occhi di chi attraversa la Tuscolana: la piazza intanto è invasa da Jaguar e Mercedes in doppia fila, oltre ai 12 suv, carichi di corone di fiori, che hanno accompagnato la carrozza durante il corteo funebre.
E fuori dalla chiesa si legge: “Vittorio Casamonica: Re di Roma”. Poi un fotomontaggio fa capolino su, in quel cielo azzurro: il vecchio boss, con tanto di crocefisso, accanto al Colosseo e alla Basilica di San Pietro. Un concetto rafforzato in un altro manifesto: “Hai conquistato Roma, ora conquisterai il paradiso”. Una divinità per quella comunità che, straziata dal dolore, ne compiange la fine. Il funerale va avanti. Il prete che celebra la messa assicura che Cristo “aspetta a braccia aperte questo nostro fratello”. Quando la messa finisce, c’è tempo per un ultimo colpo di scena. Un elicottero rosso sorvola la piazza e, proprio quando la bara viene portata fuori per partire verso il Verano a bordo di una Rolls-Royce, sparge sulla folla centinaia di petali rossi. E al clan della Romanina regala l’illusione che a piovere siano “le lacrime del cielo”.
Recentemente il clan dei Casamonica è tornato con forza sulle cronache dei giornali per via di una foto uscita fuori durante le polemiche legata all’inchiesta Mafia Capitale. L’istantanea scattata nel 2010 nel centro di accoglienza Baobab, per una cena organizzata da alcune cooperative sociali, riprendeva l’allora sindaco di Roma Gianni Alemanno con Luciano Casamonica, incensurato ma ritenuto uno dei boss del clan, l’ex capogruppo del Pd capitolino Umberto Marroni e il padre Angiolo, garante dei detenuti della Regione Lazio, e Daniele Ozzimo, consigliere capitolino del Pd, Giuliano Poletti, poi diventato ministro, e Salvatore Buzzi, il boss delle Cooperative, in carcere proprio per l’inchiesta Mafia Capitale.