Ragusa – Un giro di doping è stato scoperto nell’operazione “Finti atleti” della Polizia di Stato a Ragusa: 34 gli indagati tra Ragusa, Siracusa e Catania. Sequestrati farmaci dopanti e sottoposti ai controlli del Coni numerosi atleti dilettanti del ciclismo e della podistica. Centinaia le intercettazioni telefoniche.
La squadra mobile ha aspettato alcuni indagati davanti alla casa sulla spiaggia di Punta Secca dove nella fiction tv vive il commissario Montalbano, all’arrivo della maratona “Filippide”, partita da Ragusa. Perquisite le auto dei corridori, le loro abitazioni e i luoghi di lavoro. Stessi controlli alla gara di ciclismo del Santissimo Salvatore a Chiaramonte Gulfi.
Trovati farmaci dopanti utilizzati solitamente per malati oncologici. A giorni si attendono i risultati dei controlli antidoping. Tra le persone coinvolte ci sarebbero anche un infermiere e i presidenti di alcune società sportive. Le indagini sono state avviate dopo la denuncia di un ciclista.
Gli indagati sono 19 ragusani, 9 siracusani, 5 catanesi e un reggino. Tra di loro vi sono anche i presidenti di alcune squadre di dilettanti che in occasione delle gare fornivano supporto logistico. L’indagine ha preso il via dopo che un “ciclista della domenica” ha scritto una lettera alla Procura della Repubblica di Ragusa, che coordina l’inchiesta, con nomi, indirizzi, quantità e tipologia di farmaci utilizzati dai “finti atleti”. Gli sport praticati erano in particolar modo il ciclismo e poi le gare podistiche ed il body building.
Tra i fornitori dei farmaci anche un infermiere di Ragusa che si occupava di procacciare medicinali senza ricetta ed in molte occasioni allestiva un ambulatorio per fare delle flebo con diverse sostanze chimiche. Tanti anche i commenti postati su Facebook di consigli sul doping.
L’indagine ha permesso di squalificare per più anni alcuni atleti ed a vita un “allenatore” che somministrava di tutto. Poi è stato individuato chi procurava le sostanze, chi le vendeva per poi darle agli altri e chi le custodiva prima delle gare. Le intercettazioni, raccontano gli investigatori, hanno permesso di appurare – inoltre – che gli indagati avevano una gran paura di venire colti in flagranza ed il loro linguaggio cambiava a seconda degli interlocutori.
Ad esempio, il meccanico parlava di autoricambi, il falegname di parquet, l’idraulico di tubi, il tabaccaio di sigarette, “ma hanno commesso troppi errori per non farsi scoprire dalla Polizia di Stato”. A casa e nell’auto di un podista ragusano di 38 anni sono state trovate decine di medicine classificate come dopanti.