Roma – Le forze dell’ordine e la polizia giudiziaria sapevano del funerale di Vittorio Casamonica. A dirlo è l’avvocato Mario Giraldi, storico difensore della famiglia dei Casamonica, spiegando che il giorno del decesso era stata informata la Corte di appello di Roma.
Qualche ora dopo l’arrivo della notizia del “funerale-show” organizzato dai numerosi parenti del boss è divampato il dibattito politico sulle responsabilità, che sono ancora tutte da chiarire, è bene, tra Comune, prefettura, Questura e carabinieri.
Ma l’avvocato, è chiaro su quello che gli compete: “Il giorno della morte di Vittorio – spiega il penalista – ho presentato istanza alla Corte d’appello per ottenere che il figlio agli arresti potesse partecipare ai funerali. Lo stesso giorno le forze dell’ordine hanno effettuato il sopralluogo nella casa”. E aggiunge: “Le forze dell’ordine, su richiesta dell’autorità giudiziaria, si sono recate nell’abitazione dove viveva Vittorio, insieme ai figli, per effettuare una sorta di controllo ed erano quindi perfettamente a conoscenza del fatto che il giorno successivo si sarebbero svolti i funerali”.
“Un permesso ‘urgentissimo’ – scrive oggi il Corriere – firmato dal presidente della prima sezione della Corte d’Appello, Giorgio Maria Rossi, e trasmesso alla tenenza dei carabinieri di Ciampino, per consentire ad Antonio Casamonica, figlio di Vittorio, di partecipare ai funerali del padre, nella parrocchia di San Giovanni Bosco al quartiere Cinecittà di Roma. Antonio è agli arresti domiciliari e l’istanza viene inoltrata alla Corte dal suo avvocato, Mario Giraldi, il giorno 19 agosto. Serve appunto un permesso per assistere alle esequie e alla tumulazione al Verano, scrive il legale. L’istanza viene accolta. I magistrati autorizzano “l’imputato ad allontanarsi dalla propria abitazione” dalle 10 alle 14. Il tempo di assistere alla cerimonia funebre. La notifica viene trasmessa alla tenenza di Ciampino, il comune adiacente Roma in cui dimora il figlio del boss. A questo punto dopo la decisione della Corte d’appello di Roma i carabinieri erano stato ufficialmente informati degli imminenti funerali”.
Sempre il Corriere riporta che “al mattino del 20, circa un’ora prima dell’avvio del corteo funebre, il presidente della sezione Rossi firma inoltre un altro permesso, questo per i coniugi Consilio e Loreta Casamonica, nipoti di Vittorio e anch’essi ai domiciliari. L’istanza viene inoltrata dall’avvocato Andrea Palmiero e viene accolta. Il permesso urgente viene inoltrato alla stazione dei carabinieri di Tor Vergata e al commissariato di zona. La coppia può così dare l’ultimo saluto al boss”.
Intanto, si difende il maestro Francesco Procopio, carabiniere in pensione, che ha diretto la banda che ha accompagnato le esequie di Casamonica con le note di Strauss, de “Il Padrino” e “Paradise”. Procopio ha annunciato di adire vie legali contro chi ha scritto che lui avrebbe ricevuto una “maggiorazione” del compenso spettante alla banda poiché le esecuzioni era improvvisate. “Abbiamo partecipato gratuitamente, noi suoniamo per passione”, ha chiarito il musicista, per poi sottolineare: “Se avessi saputo chi era Vittorio Casamonica mai avrei acconsentito a suonare”.