Roma – Il funerale stile “Il Padrino” del boss Vittorio Casamonica finisce sui giornali del mondo. Dal Guardian a Le Monde, fino al New York Times. Il sito del quotidiano americano pubblica un articolo dedicato al funerale “sfarzoso, con petali di rose rosse lanciati da un elicottero e le note del film Il Padrino”.
Il mondo politico prende le distanze, il Vicariato non riesce a nascondere l’imbarazzo e il prefetto di Roma chiede chiarimenti alle forze dell’ordine.
Il parroco: “Non sapevo chi fosse” – “Non sapevo fosse un criminale, non potevo tirarmi indietro”, dice don Giancarlo Mattei, il parroco che ha celebrato la funzione. “Non ero stato informato”, ribadisce il sacerdote al quotidiano Il Messaggero. “Ho saputo solo all’ultimo cosa stava accadendo, quasi per caso. Avevo notato alcune incertezze negli occhi dei miei confratelli. Più di uno mi ha detto: ‘Allora, lo celebri tu?’ Io non mi sono tirato indietro. Cosa dovevo fare? Il perdono c’è per tutti”.
Il prefetto: “Una cosa grave” – Il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, ha chiesto chiarimenti sul funerale a questura, carabinieri, vigili urbani e Campidoglio: una richiesta formale inviata con una serie di lettere. Una volta raccolti tutti gli elementi, Gabrielli invierà una relazione al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, considerando che in altre parti d’Italia funerali simili sono stati vietati. “E’ accaduta una cosa grave”, sono stati fatti errori ma Roma “non è connivente”, ha detto Gabrielli a Famiglia Cristiana, ammettendo inefficienze e lacune dell’apparato di sicurezza, ma anche lamentando un’eccessiva amplificazione mediatica per il caso. Il prefetto ha quindi difeso Roma: “Non è corretto parlare di una criticità riferita al luogo. Dico che è accaduta una cosa grave. Stigmatizzabile. Non doveva accadere. E invece è accaduta”.
Sabella: “Si poteva evitare” – Per l’assessore alla Legalità della Capitale, Alfonso Sabella, il funerale-show “certamente si poteva e si doveva evitare. Se non si è evitato è perché Roma non ha ancora gli anticorpi necessari per comprendere e prevenire cose di questo tipo: l’esistenza della mafia è stata negata fino a pochissimo tempo fa”.
Il nipote del boss: “Non siamo mafiosi” – “Se io faccio un matrimonio e prendo la Rolls Royce non è che c’è la mafia. Noi Casamonica abbiamo sempre fatto le feste alla grande, da quando siamo qui a Roma. Signor Alfano non siamo mafiosi, non siamo persone cattive”. Luciano Casamonica, nipote di Vittorio, si è rivolto così al ministro dell’Interno Angelino Alfano, che intanto ha chiesto una relazione sul caso al prefetto di Roma. “Ma a chi abbiamo dato fastidio? E’ la nostra cultura”, ha aggiunto Luciano. “Quando se ne va qualcuno – ha proseguito – soltanto Dio giudica, non la politica”. “Essere il re di Roma nella nostra cultura significa essere una persona che ha conquistato il nostro cuore, noi stessi. Non era un affronto alla città. Roma è di tutti. Noi non siamo mafiosi e Vittorio non era un boss”.
I funerali negati a Welby – Ad alimentare le polemiche sulla parrocchia di San Giovanni Bosco si aggiunge il fatto che, proprio nella chiesa dove sono state celebrate le esequie del boss, furono negati nel 2006 i funerali di Piergiorgio Welby, che scelse l’eutanasia interrompendo le cure. Il parroco di allora, don Giovanni Nonne, su indicazione del Vicariato, disse “no” alla famiglia dell’attivista malato di Sla. Oggi, seppur non ufficialmente, proprio il Vicariato fa trapelare il suo “imbarazzo”, pur difendendo l’operato di don Mattei: “Ha valutato in base alle norme del diritto canonico e non poteva rifiutare”.
Sospesa licenza a pilota elicottero – Intanto, l’Enac fa sapere che disporrà la sospensione cautelativa della licenza del pilota ai comandi dell’elicottero che giovedì ha lanciato petali di rosa durante il funerale. In una nota, l’Ente nazionale per l’aviazione civile ha sottolineato infatti che “non è stata data alcuna autorizzazione, da parte dell’Enac, al volo o al sorvolo della città di Roma”. Il pilota “ha effettuato una deviazione non prevista ne’ comunicata”. E’ quanto ha precisato l’Enav, spiegando che l’elicotterista, partito da Terzigno, in provincia di Napoli, con destinazione l’elisuperficie Romanina, “ha comunicato che il volo sarebbe terminato sull’elisuperficie senza spingersi più a Nord, oltre il Grande raccordo anulare”.