Tra le fila dell’Isis, vigono le regole più spietate anche tra gli stessi combattenti. Secondo fonti curde, per almeno 16 militanti dello Stato Islamico il destino è quello di diventare kamikaze.
Questo perché il gruppo di estremisti ha contratto l’Hiv dopo rapporti sessuali con due donne marocchine, imprigionate e fatte schiave alle mercé dei terroristi. L’Isis avrebbe così deciso di trasformare questi terroristi in attentatori suicidi.
I militanti sarebbero stati colpiti dal virus dopo rapporti con due schiave sessuali magrebine nella città di Al-Mayadeen, nella provincia siriana orientale di Deir el-Zor. Sempre secondo l’agenzia locale Ara News, informata da fonti mediche del luogo, i sedici uomini infetti sarebbero stati messi in quarantena, in attesa di essere utilizzati per attacchi kamikaze. “La maggior parte delle persone infette sono militanti stranieri”, riportano i curdi. Le donne in questione sarebbero invece fuggite in Turchia, per sfuggire all’esecuzione, ma di loro non ci sono notizie certe.
Questo però non è il primo caso di Hiv tra le truppe estremiste islamiche. In primavera, un combattente indonesiano affetto avrebbe “passato” il virus a una schiava nella città di Shaddadi; la donna sarebbe poi stata venduta ad altri terroristi, scatenando il panico. L’indonesiano, secondo quanto scrive il Mirror, sarebbe stato giustiziato.