Londra – Quattro persone, tra cui Rajaa Hashim e Sana Bin Laden, rispettivamente matrigna e sorella di Osama Bin Laden, sono morte ieri nello schianto di un aereo privato nell’Hampshire, nel sud dell’Inghilterra.
Il piccolo velivolo, un Embraer Phemon 300, decollato dall’aeroporto di Milano-Malpensa, stava cercando di atterrare sulla pista dell’aeroporto di Blackbushe ma, per cause ancora da accertare, è precipitato nell’area parcheggio, andando in fiamme e distruggendo diverse automobili in sosta. Da una prima ricostruzione emerge che il bimotore si sarebbe avvicinato alla pista ad un’altezza di circa 400 metri per poi effettuare una repentina impennata di 175 metri e quindi iniziare a precipitare perdendo quota ad una velocità definita “impressionante”, mille metri al minuto. Pochi secondi e poi l’impatto al suolo avvenuto alle 15.
Oltre alle due familiari del leader di al Qaeda – ucciso il 2 maggio 2011 in un blitz delle forze speciali americane in Pakistan – sono morti anche il pilota, giordano, e un passeggero.
L’aereo era di proprietà della “Salem Aviation” di Gedda, controllata dalla famiglia dello “sceicco del terrore”. Si esclude un attentato di stampo terroristico. L’episodio, tuttavia, da alcuni viene dipinto di giallo. Il numero di serie del velivolo caduto, HZ-IBN, era lo stesso di un altro aereo dei Bin Laden precipitato nel 1967: a morire fu il padre di Osama, Mohammed bin Awad bin Laden, capostipite della famiglia originaria dello Yemen e poi trasferitasi in Arabia Saudita fondando un impero nel settore delle costruzioni.
E’ della stessa compagnia aerea era anche il jet che nel 1988, a San Antonio, in Texas, si schiantò contro le linee dell’alta tensione. In quella circostanza morì il fratello di Osama, Salem, e da allora la società portò il suo nome.