Palermo – I locali che ospitano la chiesa evangelica apostolica di via generale Emanuele Pezzi a Palermo sono di proprietà di Giovanni Brusca, ex capo del mandamento mafioso di San Giuseppe Jato e oggi collaboratore di giustizia. La Procura ha infatti scovato alcuni immobili che Brusca aveva “dimenticato” di dichiarare prima di ottenere lo status di collaboratore. Una dimenticanza portata alla luce dagli inquirenti e che ha fatto scattare il sequestro di beni per un valore di circa un milione di euro.
A eseguire il provvedimento sono stati i carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Monreale. Brusca è stato arrestato il 20 maggio 1996 e condannato perchè ritenuto l’organizzatore ed esecutore materiale della strage di Capaci del 23 maggio 1992 in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta.
“Il provvedimento – spiegano i militari dell’Arma – scaturisce da una complessa e articolata attività di indagine iniziata nel 2009 e conclusa nel 2011, diretta dalla Procura della Repubblica di Palermo, che ha consentito di bloccare un piano di recupero, ideato e attuato dal collaboratore, di alcuni immobili intestati a prestanome e di ingenti somme di denaro, sequestrate e poi restituite, la cui gestione era stata affidata a persone compiacenti per monetizzare un consistente capitale da reinvestire nella prospettiva della sua eventuale liberazione per fine pena”.
Il sequestro riguarda un immobile e un magazzino a San Giuseppe Jato (entrambi in via Saraceni), alcuni locali a Piana degli Albanesi formalmente intestati alla moglie (in via Matteotti) che ospitano due attività commerciali intestate a una società riconducibile ai cognati, e l’immobile in via generale Emanuele Pezzi che è attualmente affittato a una chiesa evangelica apostolica.